Voci di pace

Un concerto per la Giornata della Memoria
Perché nessuno muoia più per le sue radici
Voci di pace e di libertà : nel secolo delle guerre e dei genocidi
 
Concerto - Lettura
 
I personaggi del volume
Voci di pace e di libertà
Nel secolo delle guerre e dei genocidi
sono presentati dall’autore: Anselmo Palini.

Letture e testimonianze tratte dal libro recitate
 
Esecuzione di canzoni di
Piazzolla, Morricone, Ravel, Weill, ispirati alla tradizione ebraica ed all’impegno civile eseguiti
dal Mezzosoprano Annalisa Stroppa
accompagnata al pianoforte da Claudio Donghi

I testi e le canzoni del concerto - lettura


N. Piovani - Tema da “La vita è bella”
Sorridi,senza una ragione Ama,come se fossi un bambino Sorridi,non importa cosa dicono Non ascoltare una parola di quello che dicono perchè la vita è bella così. Lacrime,un'ondata di lacrime Luce,che lentamente scompare Aspetta,prima di chiudere le tende C'è ancora un altro gioco da giocare e la vita è bella così. Qui con i suoi occhi eterni sarò sempre vicina quanto te ricorda da prima ora che sei là fuori con te stesso ricorda cos'è vero e quel che sognamo è solo amore. Conserva la risata nei tuoi occhi presto verrà premiato il tuo aspettare non dimenticheremo i nostri dolori e penseremo ad un giorno più allegro perchè la vita è bella così. Smile, without a reason why Love, as if you were a child Smile, no matter what they tell you Don’t listen to a word they say 'Cause life is beautiful that way Tears, a tidal-wave of tears Light that slowly disappears Wait, before you close the curtain There’s still another game to play And life is beautiful that way Here, in his eyes forever more I will always be as close as you remember from before. Now, that you're out there on your own Remember, what is real and what we dream is love alone. Keep the laughter in your eyes Soon, your long awaited prize Well forget about our sorrow And think about a brighter day 'Cause life is beautiful that way
Primo Levi - Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.



THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI,
(Lyrics by Joan Baez, Music by Ennio Morricone)

Father, yes, I am a prisoner
Fear not to relay my crime
The crime is loving the forsaken
Only silence is shame

And now I'll tell you what's against us
An art that's lived for centuries
Go through the years and you will find
What's blackened all of history
Against us is the law
With its immensity of strength and power
Against us is the law!
Police know how to make a man
A guilty or an innocent
Against us is the power of police!
The shameless lies that men have told
Will ever more be paid in gold
Against us is the power of the gold!
Against us is racial hatred
And the simple fact that we are poor

My father dear, I am a prisoner
Don't be ashamed to tell my crime
The crime of love and brotherhood
And only silence is shame

With me I have my love, my innocence,
The workers, and the poor
For all of this I'm safe and strong
And hope is mine
Rebellion, revolution don't need dollars
They need this instead
Imagination, suffering, light and love
And care for every human being
You never steal, you never kill
You are a part of hope and life
The revolution goes from man to man
And heart to heart
And I sense when I look at the stars
That we are children of life
Death is small

© 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)

THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI
(Baez-Morricone)
Sì Padre, son carcerato
Non aver paura di parlare del mio reato
Crimine di amare i dimenticati
Solo il silenzio è vergogna.

Ed ora ti dirò cosa hanno contro di noi
Un'arte che è stata viva per secoli
Percorri gli anni e troverai
cosa ha imbrattato tutta la storia.

Contro di noi è la legge con la sua immensa forza e potere
Contro di noi è la legge!
La Polizia sa come fare di un uomo un colpevole od un innocente
Contro di noi è il potere della Polizia!
Le menzogne senza vergogna dette da alcuni uomini
saranno sempre ripagate in denari.
Contro di noi è il potere del denaro
Contro di noi è l'odio razziale ed il semplice fatto
Che siamo poveri.

Mio caro padre, son carcerato
Non vergognarti di divulgare il mio reato
Crimine d'amore e fratellanza
E solo il silenzio è vergogna.

Con me ho il mio amore, la mia innocenza, i lavoratori ed i poveri
Per tutto questo sono integro, forte e pieno di speranze.
Ribellione, rivoluzione non han bisogno di dollari,
Ma di immaginazione, sofferenza, luce ed amore e rispetto
Per ogni essere umano.
Non rubare mai, non uccidere mai, sei parte della forza e della vita
La Rivoluzione si tramanda da uomo ad uomo e da cuore a cuore
E percepisco quando guardo le stelle che siamo figli della vita
... La morte è poca cosa.

Dal manifesto per il quarantesimo anniversario della “Rerum Novarum” diffuso dal Movimento Guelfo in piazza san Pietro nel maggio 1931

Noi non siamo dei ribelli. Il ribelle non è il cittadino, il ribelle è il fascismo. Chi, nella lotta contro il fascismo, si difende, non è il ribelle, è l’uomo italiano. Il fascismo non concede mezzi legali di difesa. La tirannia è completa e perfetta, la reclusione intellettuale assoluta, l’appello alle supreme gerarchie dello Stato illusorio, la debolezza della monarchia ormai inguaribile. Crediamo non essere oggi illegittime la volontà e l’azione che condurranno alla caduta del fascismo. E’ illogico e assurdo che, nel nostro secolo, i cattolici debbano essere chiamati all’ubbidienza cieca di un qualsiasi potere in qualsiasi modo costituito, e nello stesso tempo alla più perfetta apatia, alla più stupida indifferenza circa le origini e gli scopi di questo potere, abdicando al chiaro diritto preesistente. L’etica naturale e i princìpi più comuni del diritto pubblico sono con noi. Noi abbiamo il dovere sacro di denunciare quest’ordine apparente che cela il disordine più distruttivo e di trasmettere intatta ai venturi quella libertà che i nostri padri hanno conquistata e difesa col sangue. Noi siamo certi che, spenti gli ultimi guizzi della tirannide politica, vinti i conati dell’impostura che l’accompagnano, abbattuto il castello dove regnano la violenza, la menzogna e l’equivoco, l’idea sociale cristiana balzerà dalle rovine più vivida, più virile, più piena di fascino, caparra di giustizia e di armonia fra autorità e libertà.
Kurt Weil - Youkali Tango Habanera - 1935
C’est presque au bout du monde,
Ma barque vagabonde,
Errant au gré de l’onde,
M’y conduisit un jour.
L’île est toute petite,
Mais la fée qui l’habite
Gentiment nous invite
À en faire le tour.

Youkali, c’est le pays de nos désirs,
Youkali, c’est le bonheur, c’est le plaisir,
Youkali, c’est la terre où l’on quitte tous les soucis,
C’est dans notre nuit,
Comme une éclaircie,
L’étoile qu’on suit,
C’est Youkali!

Youkali, c’est le respect de tous les voeux échangés,
Youkali, c’est le pays des beaux amours partagés,
C’est l’espérance
Qui est au coeur de tous les humains,
La délivrance
Que nous attendons tous pour demain,

Youkali, c’est le pays de nos désirs,
Youkali, c’est le bonheur, c’est le plaisir,
Mais c’est un rêve, une folie,
Il n’y a pas de Youkali!


È quasi al termine del mondo,
La mia barca vagabonda,
Errando sulla cresta dell'onda,
Mi ci condusse un giorno.
L'isola è molto piccola,
Ma la fata che la abita
Dolcemente ci invita
A visitarla.

Youkali è il paese dei nostri desideri,
Youkali è la felicità, è il piacere,

Youkali è la terra dove si lasciano tutte le preoccupazioni,
È nella nostra notte,
Come un’illuminazione,
La stella che si segue,
È Youkali!

Youkali è il rispetto di tutte le voci diverse,
Youkali è il paese dei begli amori condivisi,
È la speranza
Che è nel cuore di tutti gli umani,
La decisione
Che attendiamo tutti per domani,

Youkali è il paese dei nostri desideri, Youkali è la felicità, è il piacere,
Ma è un sogno, una follia,
Non ci sono Youkali!



Gaetano Salvemini e i tredici docenti universitari che non giurarono fedeltà al fascismo (1931)

Entrai nella scuola trent’anni or sono, quando la legge mi domandava solo che io insegnassi storia con spirito di verità e di lealtà, non che vendessi la mia anima al partito dominante.
Ho compiuto per trent’anni il mio dovere con spirito di verità e di lealtà; nessuno degli alunni, nessuno dei colleghi, che ho avuto per trent’anni, potrà mai smentire onestamente questa mia affermazione.
Oggi la costituzione politica italiana di trent’anni or sono è completamente abolita.
Oggi l’Italia è divisa tra una minoranza di padroni armati, a cui tutto è lecito, anche l’assassinio, ed una moltitudine di sudditi disarmati, non più protetti da nessuna legge morale, esclusi da ogni diritto politico.
L’insegnamento della storia è sorto, in Italia e fuori d’Italia, come bisogno culturale dei Paesi che si costituivano a regime libero. Dove le istituzioni libere scompaiono, ivi l’insegnante di storia in una scuola pubblica sarà libero nel proprio insegnamento solo se l’orientamento del suo pensiero sarà conforme alle ideologie del partito dominante. L’insegnante di storia, che non possa in coscienza consentire alle direttive politiche, religiose e sociali del partito dominante, o che non sia così abietto da consentirvi per ingordigia di ricompense e per congenita viltà, sarà obbligato a evitare ogni discussione che possa comprometterlo nell’opinione dei padroni e dovrà confinarsi nell’erudizione brutta.
Signor Rettore, la dittatura fascista ha soppresso, ormai, completamente, nel nostro Paese, quelle condizioni di libertà, mancando le quali l’insegnamento universitario della Storia – quale io lo intendo – perde ogni dignità, perché deve cessare di essere strumento di libera educazione civile e ridursi a servile adulazione del partito dominante, oppure a mere esercitazioni erudite, estranee alla coscienza morale del maestro e degli alunni.
Sono costretto perciò a dividermi dai miei giovani e dai miei colleghi, con dolore profondo, ma con la coscienza sicura di compiere un dovere di lealtà verso di essi, prima che di coerenza e di rispetto verso me stesso.
Ritornerò a servire il mio Paese nella scuola, quando avremo riacquistato un governo civile
.

K. Weil : KANONEN SONG


John è scomparso
Jim non c'è più
di George non si sa più niente
scorre sempre sangue però
per la Patria non manca mai gente!

Soldati e bombe
cannoni e trombe
dal Sud a Capo Nord
piovesse oppure no
ci si svagava un po'
dalla mattina a sera
con gente bianca e nera
di teste braccia gambe facevano
COCKTAILS!

John era insieme a Mac come me
e George diventò sergente
nulla chiedeva la Patria a loro tre
solo andare a Nord o ad Oriente

Soldati e bombe...


Dal terzo volantino degli studenti della Rosa Bianca

È già così vinto dalla violenza il vostro spirito da farvi dimenticare che non è soltanto vostro diritto, ma anche vostro dovere morale rovesciare questo sistema nazista? Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi.
Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa.
Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità.
Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo “governo”, mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta.
Vi si può riuscire solo con la collaborazione di molti uomini convinti ed attivi; uomini concordi circa i mezzi con i quali potranno raggiungere il loro scopo. Non abbiamo grandi possibilità di scelta. Disponiamo di un solo mezzo: la resistenza passiva.
Il senso e il fine della resistenza passiva consistono nel far cadere il regime nazionalsocialista. In questa lotta non dobbiamo esitare davanti a nessuna strada, a nessuna azione; in qualunque campo si trovino. Bisogna aggredire il nazionalsocialismo in tutti i punti in cui è attaccabile. Bisogna finirla presto con questo Stato mostruoso. La vittoria della Germania fascista in questa guerra avrebbe conseguenze incalcolabili e tremende. Quindi non la vittoria militare sul bolscevismo, ma la sconfitta dei nazionalsocialisti deve essere la preoccupazione principale di ogni tedesco.
A questo punto ogni deciso avversario del nazionalsocialismo deve porsi questa domanda: come si può lottare nel modo più efficace contro lo “Stato” attuale? Come portargli i colpi più duri? Con la resistenza passiva senza dubbio.
Sabotaggio quindi nell’industria bellica e nelle fabbriche importanti per la guerra; sabotaggio di ogni adunata, manifestazione, festività, organizzazioni nate ad opera del partito nazionalsocialista.
Sabotaggio in tutti quei settori scientifici e culturali che svolgono attività per la continuazione della presente guerra: sia nelle università che nelle scuole superiori, nei laboratori, negli istituti di ricerca, negli uffici tecnici.
Sabotaggio in tutte le manifestazioni culturali che possono aumentare il prestigio dei fascisti di fronte al popolo.
Sabotaggio in tutti i rami delle arti figurative che abbiano anche un minimo rapporto con il nazionalsocialismo e che ad esso servono.
Sabotaggio di tutte le pubblicazioni, di tutti i giornali che siano al “soldo” del governo e che lottano per le sue idee e per la diffusione della menzogna bruna. Non date un centesimo nelle collette stradali, anche quando esse vengano fatte sotto il mantello di un'opera di beneficenza; questa è soltanto una mimetizzazione: in realtà il ricavato non va né alla Croce Rossa né ai bisognosi.
Non date nulla per le raccolte di metalli, tessuti o altro. Cercate di convincere tutti i conoscenti, anche quelli delle classi meno elevate, della inutilità di continuare questa guerra, della sua mancanza di ogni prospettiva, della schiavitù spirituale e materiale determinata dal nazionalsocialismo, della distruzione di tutti i valori morali e religiosi, e di persuaderli alla resistenza passiva.

Astor Piazzolla : Ave Maria

Ave Maria a Te Ave Maria Madre nostra Maria Ave
Ognuno pensa solo a sè non c'è più pietà ci sentiamo soli
Ave Maria prego Te Ave Maria
Tu sai quanto dolore c'è, risveglia un po' d'amore di calore e la speranza che non c'è Credo in Te Prego Te Ave
Vedi che non sappiamo più chi siamo ormai
Tutti così confusi Noi, noi figli Tuoi Uomini fragili
Madre Tu che puoi aiutaci Cosi sia


Domande di Franz Jagerstatter al suo vescovo

“1 – Chi ci dà garanzia che non sia assolutamente peccato aderire ad un partito come quello nazista il cui fine è la distruzione della cristianità?
2 – Quando il magistero della Chiesa ha preso e approvato la decisione che adesso si deve fare e seguire tutto ciò che ci comanda e da noi desidera il partito nazista o il governo?
3 – Se ora viene considerato giusto e buono l’appartenere al partito, il fare raccolte o il dare offerte per esso, non deve essere considerato malvagio e ingiusto chi non lo fa? Come possono andar bene tutte e due le cose?
4 – Chi tra i cattolici osa considerare una guerra giusta e santa queste scorribande che la Germania ha già effettuato e continua a fare in parecchi Paesi?
5 – Chi osa affermare che solo uno ha la responsabilità di questa guerra, per cui così tanti tedeschi hanno dovuto dire il loro Sì o No?
6 - Perché coloro che combattono per il nazionalsocialismo vengono festeggiati anche nelle chiese austriache come eroi? Fino a cinque anni fa queste persone non venivano maledette da tutti?
7 – Se dunque i soldati tedeschi, che muoiono in battaglia per la vittoria del nazionalsocialismo, vengono proclamati eroi e santi, quanto più dovrebbero essere proclamati santi i soldati degli altri Paesi, che sono sopraffatti dai tedeschi e combattono per difendere la patria? È ancora possibile considerare la guerra una punizione di Dio? Non è forse meglio pregare perché la guerra continui fino alla fine del mondo invece di pregare che finisca presto dal momento che ci sono, grazie ad essa, così tanti santi ed eroi?
8 – Come è possibile educare oggi i propri figli ad essere veri cattolici se ciò che prima consideravamo peccato grave ora viene accettato come buono o almeno non così grave?
9– Perché ora si considera giusto e buono ciò che la massa grida e fa?
10 – Si può essere nello stesso tempo soldato di Cristo e soldato per il nazionalsocialismo? Si può combattere per la vittoria di Cristo e della sua Chiesa e contemporaneamente perché vinca il nazionalsocialismo?”

Canzone ebraicaArmonizzazione di M. Ravel

Mejerke, main Suhn
Testo Yiddish

Mejerke, main Suhn,
Mejerke, main Suhn, oi Mejerke, main Suhn,
Zi weiss tu, var wemen du steihst?
"Lifnei Melech Malchei hamlochim," Tatunju.

Mejerke, main Suhn,
Mejerke, main Suhn, oi Mejerke, main Suhn,
Wos ze westu bai Ihm bet'n?
"Bonej, chajei, M'sunei," Tatunju.

Mejerke, main Suhn,
Mejerke, main Suhn, oi Mejerke, main Suhn,
Oif wos darfs tu Bonei?
"Bonim eiskim batoiroh," Tatunju.

Mejerke, main Suhn,
Mejerke, main Suhn, oi Mejerke, main Suhn,
Oif wos darfs tu chajei?
"Kol chai joiducho," Tatunju.
Chanson hébraïque
Testo francese


Mayerke, mon fils
O, Mayerke, mon fils,
Devant qui te trouves-tu là?
"Devant lui, Rois des Rois, et seul Roi", père mien.

Mayerke, mon fils,
O, Mayerke, mon fils,
Et que lui demandes-tu là?
"Des enfants, longue vie et mon pain", père mien.

Mayerke, mon fils,
O, Mayerke, mon fils,
Mais me dis, pourquoi des enfants?
"Aux enfants on apprend la Thora", père mien.

Mayerke, mon fils,
O, Mayerke, mon fils,
Mais me dis, pourquoi longue vie ?
"Ce qui vit chante gloire au Seigneur", père mien

Mayerke, mon fils,
O, Mayerke mon fils,
Mais tu veux encore du pain?
"Prends ce pain, nourris-toi, bénis-le", père mien
Testo italiano
Mayerke, figlio mio,
davanti a chi ti trovi?
“Davanti a Lui, il Re dei Re, il solo Re”
o padre mio.

Mayerke, figlio mio,
cosa chiedi a Lui?
“Bambini, lunga vita e pane per me”
o padre mio.

Mayerke, figlio mio,
Dimmi, perchè dei bimbi?
“Ai bimbi si insegna la Thora”
o padre mio.

Mayerke, figlio mio,
ma dimmi perchè una lunga vita?
“Tutti i viventi cantano gloria al Signore”
o padre mio.

Mayerke, figlio mio,
Ma tu vuoi ancora pane?
“Prendi questo pane, nutriti, benedicilo”
o padre mio.



Dalle ultime lettere di Josef Mayr Nusser, scritte alla moglie dal carcere

Amatissima Hildegard!


Ciò che mi ha particolarmente riempito di gioia nella tua lettera è quanto scrivi sul nostro amore. Sì, era veramente il primo amore, profondo, autentico. E siccome ti conosco e so che cosa ci unisce più intimamente e in primo luogo, sono convinto che questo amore reggerà anche alla dura prova rappresentata dal passo impostomi dalla mia coscienza! Hildegard, moglie diletta, sii forte. Dio non abbandonerà né te né me. Quando il Signore ci chiede un sacrificio, ci dà anche la forza per compierlo. Puoi credermi, mi sto struggendo nel desiderio di te e del nostro piccolo tesoro. Al momento non ci resta che la speranza di poterci rivedere, malgrado tutto. Dei compagni con i quali potrei stabilire anche un’intesa a livello religioso purtroppo qui non ce ne sono. Questa mancanza mi pesa molto e ancora di più quella di qualsiasi assistenza religiosa. Quanto mi manca in questa situazione di abbandono la piccola chiesa a Bolzano dove ci si ritrovava per la Messa del mattino con il gruppo della Gioventù Cattolica. Ma quanto significa ora per me sapere che a casa ci sono uomini buoni e giusti che pregano per me! È davvero una grande e profonda consolazione. Mai fin d’ora ho avvertito così intensamente il significato di queste parole: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Né fuoco né spada…”! Oggi, domenica, continuo a pensare come passerei a casa con te e il nostro tesoro questa giornata e un tale ricordo mi riempie di malinconia. La speranza ha un potere consolatorio indicibile e ci fa sopportare con pazienza delle cose che parrebbero insopportabili. Nella lontananza tutti questi ricordi appaiono come immersi in una luce ultraterrena.

Carissima Hildegard!


Ciò che affligge il mio cuore di più è che la mia testimonianza, nel momento decisivo, possa causare a te, fedelissima compagna, disgrazia temporale. L’impellenza di tale testimonianza è ormai ineluttabile, due mondi si stanno scontrando. I miei superiori hanno mostrato fin troppo chiaramente di rifiutare e di odiare quanto per noi cattolici vi è di più sacro e intangibile. Prega per me, Hildegard, affinché nell’ora della prova io agisca senza timori o esitazioni, secondo i dettami di Dio e della mia coscienza. Il fatto che sono cittadino italiano potrà forse essere, nel momento decisivo, un’attenuante agli occhi dei giudici. In ogni caso sarà bene che ti prepari anche per le peggiori evenienze. Ma tu sei una donna coraggiosa, una donna cristiana, e nemmeno i sacrifici personali che forse ti saranno richiesti ti potranno indurre a condannare tuo marito perché ha preferito perdere la vita piuttosto che abbandonare la via del dovere. Qualsiasi cosa possa avvenire, ora mi sento sollevato, perché so che sei preparata e la tua preghiera mi darà la forza di non fallire nell’ora della prova.
Insieme al piccolo Albert ti saluto e ti bacio con tutto il mio amore.



Da Deux mélodies Hébraïques -M. Ravel

Kaddisch
Yitgaddal weyithkaddash scheméh rabba be’olmâ diverâ ‘Khire’ outhè
veyamli’kh mal’ khouté behhayyé Khôn, ouveyome’ Khôn,
ouve’hayyé de’Khol beth yisraël ba’agalâ ouvizman qariw weimrou. Amen.
Yithbara’kh. Weyischtaba’h weyith paêr weyithromam weyithnassé weyithhaddar
weyith’allé weyithhallal scheméh deqoudschâ beri’kh hou, le’êlà min kol bir’khayha
weschiratha touschbehatha wene’hamathâ daa mirân ah! be’olma ah! weïmrou Amen.

Che la tua gloria o Rè inflessibile sia esaltata
A Te che devi rinnovare il mondo e risuscitare i morti.
Il tuo regno, Adonai, sia proclamato da noi, figli di Israele oggi, domani, sempre.
Tutti diciamo Amen
Che Egli sia amato,sia prediletto, sia lodato, glorificato.
Il Tuo nome radioso sia benedetto, santificato.
Che sia adorato il Tuo nome, che si libri nei cieli, sulle nostre lodi, sui nostri inni, su tutte le nostre benedizioni. Che il cielo clemente ci accordi la vita calma, la pace, la felicità ah! Diciamo tutti Amen.
Dalle Lettere e dal Diario di Etty Hillesum

La miseria che c’è qui è veramente terribile, eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato e allora dal mio cuore si innalza sempre una voce – non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare – e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire, ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima, ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita..
Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani, ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica cosa che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa fare molto per modificare le circostanze attuali, ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.

Da Schindler's List

O tu anima mia chiudi gli occhi piano pian
e come s'affonda dentro l'acqua tu immergiti nel sonno
per andare assai lontan e il sonno forse ancor ti accoglierà
forse ancora un sogno resterà
non dimenticarti tu hai visto il mio volto
non dimenticarti...



Poesia scritta in carcere da Dietrich BonhoefferVerso la fine di dicembre 1944 Bonhoeffer invia ai familiari e alla fidanzata una poesia, dove esprime la propria fiducia e la propria speranza, pur in una situazione sempre più critica

Circondato fedelmente e tacitamente da potenze benigne,
meravigliosamente protetto e consolato,
voglio questo giorno vivere con voi,
e con voi entrare nel nuovo anno.

Del vecchio, il nostro cuore ancora vuole lamentarsi,
ancora ci opprime il grave peso di brutti giorni,
oh, Signore, dona alle nostre anime impaurite
la salvezza alla quale ci hai preparato.

E tu ci porgi il duro calice, l’amaro calice
della sofferenza, ripieno fino all’orlo,
e così lo prendiamo, senza tremare,
dalla tua buona, amata mano.

E tuttavia ancora ci vuoi donare gioia,
per questo mondo e per lo splendore del suo sole,
e noi vogliamo allora ricordare ciò che è passato
e così appartiene a te la nostra intera vita.

Fa’ ardere oggi le calde e silenziose candele,
che ci hai portato nella nostra oscurità;
riconducici, se è possibile, ancora insieme.
Noi lo sappiamo, la tua luce arde nella notte.

Quando il silenzio profondo scende intorno a noi,
facci udire quel suono pieno
del mondo, che invisibile s’estende intorno a noi,
l’alto canto di lode di tutti i tuoi figli.

Da potenze benigne meravigliosamente soccorsi,
attendiamo consolati ogni futuro evento.
Dio è con noi alla sera e al mattino
e, senza dubbio, in ogni nuovo giorno.

Shemà Israel

Shemà Israel Adonai elohenu, Adonai ehad.
Shemà Israel Adonai elohenu, Adonai ehad.
Shemà Israel Adonai elohenu, Adonai ehad.
Shemà Israel Adonai elohenu, Adonai ehad.

Ascolta Israele, Ascolta Israele.
Il Signore è nostro Dio.
Il Signore è Uno.




I curricoli

Luciano Bertoli

Attore, regista nato a Brescia, si è formato presso il “Drama Studio” di Milano diretto da E. d’Alessandro e il conservatorio musicale “Venturi” di Brescia.
Collabora in qualità di attore con vari registi, compagnie teatrali e associazioni culturali.

La sua versatilità ed educazione musicale lo hanno portato ad esibirsi in produzioni musical-teatrali con: il Trio di Parma, l’Ensamble La Follia, l’Associazione Arcimboldo, il Trio Luca Marenzio (Histoire du Soldat, la Storia di Babar), il Coenobium Vocale di Vicenza, il Dedalo Ensemble.

Ha partecipato alla rassegna Lediecigiornate, al Festival Crucifixus, al Festival-Filosofia di Modena, alla stagione del teatro Cinghio di Parma, della GOG di Genova, del teatro Dal Verme di Milano e “Musica e Poesia in S. Maurizio della Società del Quartetto di Milano, della Società dei Concerti di Brescia, alla rassegna Internazionale di musica in Irpinia; ha curato la regia della commedia musicale Più di Mille, della commedia balletto “Il Borghese Gentiluomo” di Molière, de “La guerra spiegata ai poveri” di E. Flaiano, di alcune produzioni per il Festival della Brescianità e alla messa in scena di vari spettacoli e manifestazioni prodotti dal conservatorio di Musica di Brescia (La guerre de buffons, Viaggio musicale nel ‘600 per il Centro Teatrale Bresciano) con il quale collabora stabilmente; in Svizzera ha preso parte alla Stagione del teatro sociale di Bellinzona, e alle stagioni musicali di Lugano e di Mendrisio ed ha registrato per la Radio Svizzera Italiana e per la casa editrice Stradivarius.

Collabora in produzioni di musica contemporanea di compositori quali: Hoch, Facchinetti, Boccadoro, Cresta, Zanetti, Tessadrelli, Falloni, Clapasson.

Insegnante di dizione e fonetica presso il Liceo Marco Polo di Brescia, sez. DAMS, conduce corsi di teatro a vari livelli per: Associazioni, Comuni e Biblioteche
Annalisa Stroppa
Mezzosoprano




Affianca gli studi musicali a quelli umanistici, laureandosi brillantemente presso l’Università degli Studi di Bergamo. Si diploma in canto con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore, presso il Conservatorio di Musica “L. Marenzio” di Brescia, sotto la guida della M^ Chu Tai Li. Ha partecipato a Master Classes Internazionali di specializzazione di canto, tecnica vocale, canto barocco, musica da camera e teatro lirico e a concorsi nazionali dedicati al repertorio cameristico risultando sempre tra i premiati.
Si aggiudica il I premio in vari concorsi nazionali e internazionali. Ha tenuto recital lirici, cameristici, di musica sacra e barocca come solista e con ensemble corali e strumentali, prendendo parte anche a prime esecuzioni di compositori contemporanei.
Si è esibita presso il teatro Rossini di Lugo in occasione del concerto di presentazione del “
Lugo Opera Festival” e nell’ambito del XVII Festival Pianistico Internazionale “Città di Rimini”, nel XV festival Pianistico Internazionale presso il castello di Gradara e nella XX e XXI edizione del festival “Tra lago e monti”, (Lc), nella Stagione Concertistica Agimus di Bologna, all’interno del festival Musica Aperta (Co), nella rassegna del festival 2008 presso il teatro di Tellspielhaus Altdorf (Svizzera), nella rassegna Scintille” (Ao) “Luoghi in Comune”(Bs), nella drammaturgia “Dietro le quinte” della mostra: “Diva” allestita presso Palazzo Martinengo a Brescia e nella manifestazione “Le X Giornate di Brescia” .
Ha eseguito la Petite Messe Solennelle di G. Rossini nell’ambito dell’ VIII “Stagione Concertistica Internazionale” di S. Daniele del Friuli.
Ha interpretato Isacco nell’oratorio “
Il Sacrifizio di Abramo”di C. De Rossi con la regia di Ignacio Garcia.
Ha debuttato nei teatri
Rosetum di Milano e Cenacolo di Lecco nelle opere Rigoletto,Otello,Suor Angelica,Gianni Schicchi e Traviata.Anselmo Palini Voci di pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi
Prefazione di Paolo Giuntella
(giornalista Rai, inviato del TGuno)
Editrice Ave, Roma settembre 2007, pp. 336

Il Novecento ha il volto inumano e violento dei Gulag e della Shoah, ma ha anche il volto di chi in tali contesti ha cercato di resistere e di affermare il proprio diritto alla libertà, di chi ha condannato la sopraffazione e ha manifestato un desiderio di pace.
Nel libro si parla di Anna Achmatova, la poetessa russa che con il poema lirico Requiem ha dato voce al dramma delle madri e delle mogli di quanti in Russia erano stati ingiustamente incarcerati dal potere comunista;
si narra la vicenda dei tredici docenti universitari che nel 1931 si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo, perdendo così la propria cattedra e rimanendo senza lavoro;
si racconta di Josef Mayr-Nusser, il giovane altoatesino, dirigente di Azione Cattolica e presidente di una Conferenza di san Vincenzo, che si rifiutò di giurare fedeltà a Hitler e che per questa scelta pagò con la vita;
infine, con emozione, si illustra la vicenda umana e spirituale di Etty Hillesum, la giovane donna ebrea che nell’inferno della Shoah seppe riscoprire Dio e affermare la bellezza della vita.
Questo libro intende dunque fare memoria del bene, togliere dall’oblio o dalla dimenticanza alcuni personaggi che hanno avuto la forza di dire no alla tirannide e di resistere al male, mantenendo acceso un piccolo lume nel buio della notte.
Questo libro rappresenta una sorta di proseguimento del cammino intrapreso dall’autore con il precedente volume
Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni (editrice Ave, Roma 2006, prefazione di Franco Cardini). Il filo rosso che collega i personaggi presentati nei due libri è proprio il tema della testimonianza, ossia della fedeltà a valori e princìpi che si ritengono assoluti, non negoziabili.

Il libro “Voci di pace e di libertà” è stato presentato a Roma venerdì 5 ottobre 2007 durante un’apposita serata alla quale è intervenuto, oltre all’autore, anche Paolo Giuntella, il giornalista di Rai Uno che ha curato la prefazione.
Venerdì 19 ottobre 2007 vi è stata la presentazione a Brescia, la città dell’autore, presso la Libreria dell’Università Cattolica. E’ intervenuto mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, già presidente internazionale di Pax Christi.

Anselmo Palini
Testimoni della coscienza
Da Socrate ai nostri giorni
Editrice Ave, Roma ottobre 2005 (prima ristampa aprile 2006), pp. 304, euro 13,00
Prefazione di Franco Cardini

Premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani

I personaggi di cui si parla nel libro di Anselmo Palini “Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni” con prefazione di Franco Cardini, sono Socrate e Antigone, Massimiliano di Tebessa, un giovane cristiano del III secolo che si rifiutò di entrare nell’esercito romano, e Tommaso Moro, Pavel Florenskij e Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che pagò con la vita il suo rifiuto di vestire la divisa nazista, gli studenti della Rosa Bianca e il loro professore Kurt Huber.
Si tratta di figure esemplari che, in circostanze spesso drammatiche, hanno saputo dire no alle pretese del potere, anteponendo le ragioni della coscienza perfino a quelle della sopravvivenza.
Ciò che unisce tutti i personaggi qui presentati è proprio la fedeltà a dei principi morali assoluti, non negoziabili, che in un certo momento storico sono stati ritenuti superiori alle leggi dello Stato.
Questo libro ci parla dunque, come ha scritto nella prefazione il prof. Franco Cardini, “dell’esemplarità delle scelte di chi persegue una coerenza assoluta rispetto a se stesso: di chi non si arresta a quel ‘necessario e sufficiente’ che ordinariamente ci viene richiesto e sul quale fondiamo di solito la nostra etica comportamentale di persone oneste e, quando si è credenti, di bravi cristiani”.
Tutti i personaggi di cui tratta Anselmo Palini in questo suo libro hanno pagato con la vita le proprie scelte e la fedeltà a delle “leggi eterne e immutabili”, quelle che per noi oggi risiedono in quel luogo sacro che è la coscienza individuale.
Il presente testo intende essere preciso e rigoroso, ma non specialistico, ossia non per i soli addetti ai lavori. Ha dunque un carattere divulgativo, in quanto l’obiettivo è quello di permettere a tutti gli interessati di avvicinarsi alle tematiche e ai personaggi qui presentati. Le numerose note che vengono riportate hanno proprio questo scopo: fare in modo che le ricostruzioni biografiche, la contestualizzazione storica e i brani antologici possano essere comprensibili ed accessibili a tutti.
Per questo suo libro Anselmo Palini ha ricevuto, dalle mani del prof. Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica, e del prof. Franco Casavola, già presidente della Corte Costituzionale, il premio “Capri san Michele 2006” per la sezione riguardante i libri particolarmente indicati per i giovani.L’autoreAnselmo Palini, 52 anni, coniugato, tre figli, vive e lavora in provincia di Brescia.
È docente di Materie Letterarie nella Scuola Superiore.
Nei suoi studi ha approfondito in particolare i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani e, più recentemente, le problematiche connesse con i totalitarismi nel XX secolo.
Fra i suoi scritti, ricordiamo:
un approfondito studio, pubblicato nel 1983, con il titolo
I primi cristiani, la guerra, il servizio militare riportato in Pax Christi (a cura di), Comunità cristiane per una cultura di pace, Queriniana, Brescia;
i libri
Aborto dibattito sempre aperto Città Nuova, Roma 1992 (con la prefazione del prof. Adriano Bausola, già rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore);Bambini e ragazzi nel mondo. I diritti affermati, i diritti negati Libreria Editrice Vaticana, Roma 2000 (con la prefazione del dott. Piergiorgio Liverani, già direttore del quotidiano “Avvenire”);
Le carte dei diritti editrice La Scuola, Brescia 2003;Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni, prefazione del prof. Franco Cardini, editrice Ave, Roma ottobre 2005 (prima ristampa aprile 2006), premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani;Voci di Pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi, prefazione di Paolo Giuntella, editrice Ave, Roma settembre 2007.
Ha pubblicato inoltre articoli, saggi e inserti su varie riviste.

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