Histoire du Soldat di Igor Strawinskij
Versione per trio e voce recitante
Versione per trio e voce recitante
Le
esigenze per la rappresentazione di questo spettacolo sono: una sala
con suono non troppo riverberante, un pianoforte a coda o a mezza coda
di buona qualità con il corista accordato a 442 hertz, altre
attrezzature saranno fornite dalla compagnia teatrale.Per ogni ulteriore informazione o per prendere accordi per l'esecuzione del concerto è possibile contattare:
Claudio Donghi
Via Cava N. 1
25030 Coccaglio (BS)
Tel. 030/7700227 Cell. 335 5457096
Email: claudio.donghi@gmail.com

Claudio Donghi
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Introduzione alla Storia del Soldato

Il
nuovo pensiero che, negli anni incerti del primo conflitto mondiale,
accompagnò l’itinerario creativo di Igor Stravinskij, non a caso sembra
muovere agli antipodi delle precedenti esperienze, il mito tutto
spiegato dell’Oiseau de feu e del Sacre du printemps esaltava
infatti elementi di una temperie espressiva di grande impatto emotivo,
una fisionomia sonora dove l’intensificazione delle masse strumentali e
la poderosa forza delle strutture ritmiche toccava apici sino a quel
momento mai sperimentati. Era l’apogeo di un processo che, da Wagner a
Schonberg (con gli imponenti Gurrelieder) sarebbe
presto crollato sotto il peso delle sue ardite architetture lasciando
fiorire, tra i blocchi delle macerie, i presupposti di una nuova
poetica. Così, mentre Schonberg sancisce le nuove tendenze con il Pierrot lunaire, Stravinskij, prima con le Trois Poémes de la lirique japonaise poi con le “canzoni piacevoli” Pribautki
verifica quei nuovi procedimenti narrativi (drastica riduzione di
organico e rarefazione dell’elemento timbrico in contrapposizione al
precedente ipertrofismo orchestrale) che avrebbero trovato giusta
consacrazione nell’Histoire du soldat.
Particolari sono le circostanze nelle quali, verso lo seconda metà del 1917, Stravinskij ed uno sparuto gruppo di amici (il poeta Charles Ferdinand Ramuz, il direttore d’orchestra Ernest Ansermet ed il pittore svizzero René Auberjonois) decidono di progettare uno spettacolo “itinerante” (un théàtre ambulant), facilmente trasportabile "sin nelle più piccole località". Alle origini di tale iniziativa, oltre alla comune esigenza di un nuovo esprit musicale e teatrale, non di meno concorrono le precarie condizioni economiche che, acuite dal periodo bellico e dal blocco dei beni dalla madrepatria, gravano sull’esilio svizzero del musicista.
E proprio sul fronte economico iniziano le prime difficoltà per l’Histoire: in pochi erano infatti disposti a finanziare l’impresa ed i cortesi dinieghi si sommavano a categorici rifiuti. Alfine, come nel mondo delle favole nel quale l’opera aveva cercato ispirazione, il finanziere Werner Reinhart, uomo di cultura e clarinettista dilettante (dedicatario dei Trois Pièces pour clarinette seule scritti da Stravinskij nel 1919), decise di accollarsi le spese dello spettacolo, Stravinsky non sembra manifestare in questo periodo nessuna propensione verso la “grande arte” o verso quel Gesamtkunstwerk wagneriano nei cui obbiettivi si intravede la consegna storica dell’opera d’arte: anzi, testi popolari, atmosfere circensi (Renard), canzoni burlesche sono gli elementi che costituiscono il fertile humus per l’Hisfoire du soldat. Per il soggetto, come già accennato, il compositore fa ricorso alle suggestioni favolistiche di Afanasiev (in particolare al ciclo di racconti ispirati alla guerra turco-russa sotto lo Zar Nicola I) e ad altri elementi desunti dalle fiabe dei fratelli Grimm, Nell'Histoire è un forte rimando al teatro di prosa (l’idea dello voce narrante è direttamente ispirata all’opera di Luigi Pirandello) dove l’azione è animata in parte da attori ed in parte da danzatori.
L’organico strumentale, spesso equivocato con un dispositivo cameristico, è da considerarsi invece un’orchestra su scala ridotta dove violino, contrabbasso, cornetta a pistoni, trombone, clarinetto, fagotto e percussioni (la scelta degli strumenti fu altresì influenzata dal crescente entusiasmo di Stravinsky per la “novità” della musica jazz) rappresentano le varie famiglie strumentali: «Le ristrettezze economiche previste per l’allestimento delI’Hisfoire mi costrinsero a usare un gruppo ristretto di strumenti, ma questa restrizione non fu una limitazione perché le mie idee musicali erano già orientate verso uno stile strumentale solistico» (Robert Craft, Colloqui). Tali indicazioni sono evidente riferimento alle bande ed agli ensembles popolari, in una caleidoscopica teoria dove a tratti confluiscono il tango argentino, il ragtime nordamericano, l’ordine del corale bachiano, il gusto kifsch dei complessi tzigani, tutto gestito da un funambolico senso delle proporzioni di rado raggiunto nel teatro novecentesco.
Nella nostra versione gli strumenti sono ulteriormente ridotti a tre, con la rappresentanza dei fiati lasciata al clarinetto, degli archi al violino, e delle percussioni al pianoforte. Infatti nell'autunno 1919 Strawinsky, riconoscente al mecenate della prima rappresentazione dell'Histoire, Werner Reinhart, realizza una riduzione per Violino, Clarinetto e Pianoforte di cinque parti della composizione originale. Questa riduzione sta alla base della versione da noi presentata, infatti Claudio Donghi ha completato la trascrizione per trio delle parti non ridotte da Strawinsky, operando sulla composizione in analogia alle soluzioni timbriche scelte da Strawinsky.
La trama è nota: un Soldato in licenza, sulla via del ritorno, riposa in compagnia del suo violino: all’improvviso appare il Diavolo che, in cambio di un libro magico nel quale si può leggere il futuro, chiede il violino, il Soldato accetta ma i tre giorni passati in compagnia del Diavolo sono in realtà tre anni e, al ritorno nel paese natio trova la fidanzata già sposata con un altro uomo, il Soldato si consola chiedendo al libro la ricchezza: diviene così un ricco mercante, ma la vita agiata non lo appaga e ritorna alla ventura.
Nella seconda parte del racconto il Soldato accorre alla corte del Re la cui figlia è ammalata. Chi riuscirà a guarirla avrà diritto alla sua mano. Al cimento partecipa anche il Diavolo ma il Soldato, con l’incantesimo delle tre danze (tango, valzer e ragtime), guarisce la Principessa e conquista il suo cuore. Il Diavolo beffato lancia allora una maledizione che confina i due sposi all’interno del regno. Ma. come nelle migliori tradizioni fiabesche, la Principessa, incurante dell’incantesimo, spinge il Soldato a ritornare al vecchio paesello: qui il fato si compie ed il nostro eroe (novello Faust) cade nelle trame del demonio.
Emerge da questo straordinario lavoro teatrale (che comprende sei scene. intervallate da due intermezzi e precedute da un’introduzione in forma di marcia) un pessimistico orientamento filosofico che vede le speranze dell’uomo frangersi contro le forze cieche ed ineluttabili del destino: l’uso esasperato di una poliritmia densissima e la quasi totale rinuncia alla pastosità del suono orchestrale come anche a una vera e propria “cantabilità” della curva melodica avvolgono la scena in una sorta di atmosfera straniata, in cui l’effetto parodistico della musica, muovendo dalla frammentazione del reale, si cala nella parte di un’esistenza inquieta e vana. Emblematico in tale prospettiva l’ultimo tableau, la Marche triomphale du diable, attraverso cui la forza vitale del violino (il violino è l’anima del soldato, e le percussioni, qui rappresentate dal pianoforte, sono la diavoleria) va poco a poco esaurendosi mentre i martelli del pianoforte, unica presenza rimasta, scandiscono, in una specie di Klangfarbenmelodie ritmica, il rarefatto ed implacabile stabilirsi del Fato. La prima rappresentazione dell’Histoire du soldat (un esempio di "buona musica fatta di rifiuti, di sogni, di stracci" come disse una volta Ernst Bloch) avvenne il 28 settembre del 1918 in un piccolo teatro di Losanna con un considerevole consenso di pubblico. Ma i sogni della progettata tournée svanirono per sempre sotto gli effetti di una terribile epidemia di influenza che, per parecchi mesi, spazzò l’intera Europa. Riprese dello spettacolo (dopo un fallito tentativo di messa in scena a Parigi sotto la direzione di Djagilev nel 1920) avvennero in modo sporadico e, soltanto in epoca recente l’Histoire può vantare un considerevole numero di riprese ed allestimenti teatrali.Giovanni Fontechiari
Claudio Donghi
Particolari sono le circostanze nelle quali, verso lo seconda metà del 1917, Stravinskij ed uno sparuto gruppo di amici (il poeta Charles Ferdinand Ramuz, il direttore d’orchestra Ernest Ansermet ed il pittore svizzero René Auberjonois) decidono di progettare uno spettacolo “itinerante” (un théàtre ambulant), facilmente trasportabile "sin nelle più piccole località". Alle origini di tale iniziativa, oltre alla comune esigenza di un nuovo esprit musicale e teatrale, non di meno concorrono le precarie condizioni economiche che, acuite dal periodo bellico e dal blocco dei beni dalla madrepatria, gravano sull’esilio svizzero del musicista.
E proprio sul fronte economico iniziano le prime difficoltà per l’Histoire: in pochi erano infatti disposti a finanziare l’impresa ed i cortesi dinieghi si sommavano a categorici rifiuti. Alfine, come nel mondo delle favole nel quale l’opera aveva cercato ispirazione, il finanziere Werner Reinhart, uomo di cultura e clarinettista dilettante (dedicatario dei Trois Pièces pour clarinette seule scritti da Stravinskij nel 1919), decise di accollarsi le spese dello spettacolo, Stravinsky non sembra manifestare in questo periodo nessuna propensione verso la “grande arte” o verso quel Gesamtkunstwerk wagneriano nei cui obbiettivi si intravede la consegna storica dell’opera d’arte: anzi, testi popolari, atmosfere circensi (Renard), canzoni burlesche sono gli elementi che costituiscono il fertile humus per l’Hisfoire du soldat. Per il soggetto, come già accennato, il compositore fa ricorso alle suggestioni favolistiche di Afanasiev (in particolare al ciclo di racconti ispirati alla guerra turco-russa sotto lo Zar Nicola I) e ad altri elementi desunti dalle fiabe dei fratelli Grimm, Nell'Histoire è un forte rimando al teatro di prosa (l’idea dello voce narrante è direttamente ispirata all’opera di Luigi Pirandello) dove l’azione è animata in parte da attori ed in parte da danzatori.
L’organico strumentale, spesso equivocato con un dispositivo cameristico, è da considerarsi invece un’orchestra su scala ridotta dove violino, contrabbasso, cornetta a pistoni, trombone, clarinetto, fagotto e percussioni (la scelta degli strumenti fu altresì influenzata dal crescente entusiasmo di Stravinsky per la “novità” della musica jazz) rappresentano le varie famiglie strumentali: «Le ristrettezze economiche previste per l’allestimento delI’Hisfoire mi costrinsero a usare un gruppo ristretto di strumenti, ma questa restrizione non fu una limitazione perché le mie idee musicali erano già orientate verso uno stile strumentale solistico» (Robert Craft, Colloqui). Tali indicazioni sono evidente riferimento alle bande ed agli ensembles popolari, in una caleidoscopica teoria dove a tratti confluiscono il tango argentino, il ragtime nordamericano, l’ordine del corale bachiano, il gusto kifsch dei complessi tzigani, tutto gestito da un funambolico senso delle proporzioni di rado raggiunto nel teatro novecentesco.
Nella nostra versione gli strumenti sono ulteriormente ridotti a tre, con la rappresentanza dei fiati lasciata al clarinetto, degli archi al violino, e delle percussioni al pianoforte. Infatti nell'autunno 1919 Strawinsky, riconoscente al mecenate della prima rappresentazione dell'Histoire, Werner Reinhart, realizza una riduzione per Violino, Clarinetto e Pianoforte di cinque parti della composizione originale. Questa riduzione sta alla base della versione da noi presentata, infatti Claudio Donghi ha completato la trascrizione per trio delle parti non ridotte da Strawinsky, operando sulla composizione in analogia alle soluzioni timbriche scelte da Strawinsky.
La trama è nota: un Soldato in licenza, sulla via del ritorno, riposa in compagnia del suo violino: all’improvviso appare il Diavolo che, in cambio di un libro magico nel quale si può leggere il futuro, chiede il violino, il Soldato accetta ma i tre giorni passati in compagnia del Diavolo sono in realtà tre anni e, al ritorno nel paese natio trova la fidanzata già sposata con un altro uomo, il Soldato si consola chiedendo al libro la ricchezza: diviene così un ricco mercante, ma la vita agiata non lo appaga e ritorna alla ventura.
Nella seconda parte del racconto il Soldato accorre alla corte del Re la cui figlia è ammalata. Chi riuscirà a guarirla avrà diritto alla sua mano. Al cimento partecipa anche il Diavolo ma il Soldato, con l’incantesimo delle tre danze (tango, valzer e ragtime), guarisce la Principessa e conquista il suo cuore. Il Diavolo beffato lancia allora una maledizione che confina i due sposi all’interno del regno. Ma. come nelle migliori tradizioni fiabesche, la Principessa, incurante dell’incantesimo, spinge il Soldato a ritornare al vecchio paesello: qui il fato si compie ed il nostro eroe (novello Faust) cade nelle trame del demonio.
Emerge da questo straordinario lavoro teatrale (che comprende sei scene. intervallate da due intermezzi e precedute da un’introduzione in forma di marcia) un pessimistico orientamento filosofico che vede le speranze dell’uomo frangersi contro le forze cieche ed ineluttabili del destino: l’uso esasperato di una poliritmia densissima e la quasi totale rinuncia alla pastosità del suono orchestrale come anche a una vera e propria “cantabilità” della curva melodica avvolgono la scena in una sorta di atmosfera straniata, in cui l’effetto parodistico della musica, muovendo dalla frammentazione del reale, si cala nella parte di un’esistenza inquieta e vana. Emblematico in tale prospettiva l’ultimo tableau, la Marche triomphale du diable, attraverso cui la forza vitale del violino (il violino è l’anima del soldato, e le percussioni, qui rappresentate dal pianoforte, sono la diavoleria) va poco a poco esaurendosi mentre i martelli del pianoforte, unica presenza rimasta, scandiscono, in una specie di Klangfarbenmelodie ritmica, il rarefatto ed implacabile stabilirsi del Fato. La prima rappresentazione dell’Histoire du soldat (un esempio di "buona musica fatta di rifiuti, di sogni, di stracci" come disse una volta Ernst Bloch) avvenne il 28 settembre del 1918 in un piccolo teatro di Losanna con un considerevole consenso di pubblico. Ma i sogni della progettata tournée svanirono per sempre sotto gli effetti di una terribile epidemia di influenza che, per parecchi mesi, spazzò l’intera Europa. Riprese dello spettacolo (dopo un fallito tentativo di messa in scena a Parigi sotto la direzione di Djagilev nel 1920) avvennero in modo sporadico e, soltanto in epoca recente l’Histoire può vantare un considerevole numero di riprese ed allestimenti teatrali.Giovanni Fontechiari
Claudio Donghi
IL TESTO
PARTE PRIMA
Marcia del Soldato Musica della Prima Scena Marcia del Soldato
Musica della Seconda Scena Musica della Terza Scena
PARTE SECONDA
Marcia del Soldato Marcia reale Piccolo concerto Tre danze Danza del Diavolo Piccolo corale Couplet del Diavolo Gran corale Marcia trionfale del Diavolo

HISTOIRE DU SOLDAT
SCENA PRIMA
A sipario chiuso musica "La marcia del soldato"
LETTORE
Da Coccaglio a Brescia va
torna a casa un militar
la licenza ch’egli ha
dieci giorni durerà(apre il sipario lasciando così vedere l’orchestra e la scena: la riva di un ruscello)Lui perciò non sosta mai
E’ impaziente d’arrivar
Non si stanca di marciar.
SOLDATO
Non c’è che dire,è un bel posto. Ma che mestiere schifoso, il mio. ( apre il suo sacco) Sempre in strada, mai un soldo. E così i miei affari sono a terra... Ho perduto il mio San Giuseppe!
LETTORE
E’ una medaglia d’oro finto con sopra San Giuseppe, suo patrono.
SOLDATO
... No, tanto meglio.
LETTORE
Continua svogliato a frugare. Dal sacco escono carte, saltan fuori cartucce, prende
uno specchio.
SOLDATO
E’ intero, ci si può specchiare. Ma il ritratto dov’è?
LETTORE
E’ il ritratto di una sua amica. Glielo ha donato. Ecco, l’ha ritrovato. Va più in fondo. Esce un piccolo violino.
SOLDATO(Accorda il violino) Si vede che e roba a buon mercato, bisogna sempre accordarlo.( Il soldato si mette a suonare "Aria al bordo di un ruscello" Entra il diavolo. E' un vecchietto con una rete per farfalle. Si ferma. Il soldato non lo vede. Il diavolo s’avvicina al soldato. Finisce la musica )
DIAVOLO
Datemi il vostro violino!
SOLDATO
No.
DIAVOLO
Vendetemelo.
SOLDATO
No.
DIAVO LO( Posa la rete per farfalle e mostra un libro ) Datemelo in cambio di questo libroSOLDATO
Non so leggere.
DIAVOLO
Non c’è bisogno di saper leggere. E’ un libro... vi sto per dire... E’ un libro...un forziere. Basta aprirlo e si tirano fuori.., biglietti di banca, titoli, oro.
SOLDATO
Prima vorrei vederlo un momento.
DIAVOLO
Perfettamente d’accordo,ve lo consentò.
SOLDATO ( Prende il libro, si mette a leggere muovendo le labbra e seguendo le righe con la dito) A rate.., a vista. .corsi dei cambi.Non c’è modo di capirci proprio nulla, Io leggo, è vero, ma non ci capisco un’acca.
DIAVOLO
Andate avanti e sarà chiaro.
SOLDATO
E poi,signore, anche se questo libro vale tanti soldi, a me il violino è costato molto poco,
DIAVOLO
Ragione di più.
SOLDATO
Bene,allora. Affare fatto. (Porge il violino al diavolo e si rimette a legaere ) A rate…, a vista..., corso dei cambi. Borsa di venerdì 50! Che giorno é oggi.
LETTORE
E’ un mercoledì 28, guarda un po’! Sul libro c’è il futuro. E’ un libro che dice le cose prima del tempo.
DIAVOLO ( Invano ha cercato di cavar una nota) Dimmi, hai intenzione di venire a casa mia?
SOLDATO
A che fare!
DIAVOLO
A insegnarmi come funziona questo strumento.
SOLDATO
Ho solo dieci giorni di congedo.
DIAVOLO
Se é per questo ti presto la mia vettura.Andrai più veloce che a piedi
SOLDATO
E mia madre, che conta su di me?
DIAVOLO
Non é la prima volta.
SOLDATO
E la mia fidanzata,che aspetta il mio ritorno?
DIAVOLO
La rivedrai fra qualche giorno.
SOLDATO
Dove state di casa?
DIAVOLO Alloggiato, curato, nutrito, lavato, dissetato, la vettura per riaccompagnarti. Un piccolissimo ritardo di due o tre giorni, dopo di che, con il libro che hai, ricco per sempre.
SOLDATO
Cosa ci sarà da mangiare?
DIAVOLO
Carne, tre volte al giorno
SOLDATO
E da bere?
DIAVOLO
Vino di bottiglia
SOLDATO
Ci sarà da fumare?
DIAVOLO
Sigari, avvolti in carta dorata.
SOLDATO
Ebbene, come volete.(Il soldato ed il diavolo si allontanano, viene chiusa la scena).

SCENA SECONDA
LETTORE
Come volete, ha detto. Giuseppe seguì il vecchio a casa sua e nulla gli mancò di quello che gli era stato promesso. Giuseppe ebbe da bere e da mangiare e fu curato come non era mai stato. Insegnò al vecchio come si suona e lui imparò ad usare il libro. Due giorni di ritardo valevano bene il disturbo. Poi venne il mattino del terzo giorno, il vecchio va da Giuseppe e gli dice.
DIAVOLO
Hai dormito bene?
SOLDATO
Si.
DIAVOLO
Sei pronto?
SOLDATO
Si
DIAVOLO
Sei contento?
SOLDATO
Oh, si.
DIAVOLO
Andiamo allora.
LETTORE
Salgono sulla vettura. La vettura parte. Solo che Giuseppe s’è attaccato con le mani al sedile. Non sa che succede.
DIAVOLO
Tieniti stretto. Tieniti.Attento. I miei cavalli tirano avanti di buona lena.
LETTORE
Giuseppe,scontento, vorrebbe alzarsi,vorrebbe saltare,ma non ne ha modo. La vettura si è staccata da terra, è salita in aria, solca il cielo.
DIAVOLO
Sei contento? Sei sempre contento?
LETTORE
Scivola nell’aria, sopra i campi. Quanto tempo durò il viaggio? Chissà. Il tempo non esiste più. Alla fine è tutto come prima.

SCENA TERZA
(Musica Aria di marcia)LETTORE
Da Coccaglio a Brescia vatorna a casa un militar
La licenza è breve assai
lui perciò non sosta mai.(Apre il sipario. La scena rappresenta il campanile del villaggio)E' sfinito dal cammin
Non si ferma,sempre vaIl paese arppare già. (fine della marcia)
SOLDATO
Bene, ecco il paese. Siamo a casa. Buongiorno signora Maveri
LETTORE
Lei è nel suo giardino.
SOLDATO
Buon giorno, come va?LETTORE
Ma lei non sente
SOLDATO
Hei, Luigi
LETTORE
Ecco Luigi che passa nel prato. E’ un vecchio amico.
SOLDATO Hei, cosa c'è? Perché non rispondi. Hei, Luigi, non mi riconosci? Cosa! Sono Giuseppe…Giuseppe il soldato.
LETTORE
Ma l'altro continua la sua strada e anche il soldato continua la sua. Ecco la scuola, la campana,gli attrezzi,
SOLDATO
Sono Giuseppe,vi ricordate bene?
LETTORE
Ecco il forno e l’osteria e gente dappertutto, uomini, donne e bambini.
SOLDATO
Che c’è? Che c’è? Hanno paura di me? Voi vi ricordate bene il vostro Giuseppe ?
LETTORE
Ma una prima porta si è chiusa,un’altra pure e così le altre cigolano arrugginite.
SOLDATO
Per fortuna che c’è...
LETTORE
Pensa a sua madre... Ma lei lo ha visto arrivare e si è nascosta gridando.
SOLDATO
Ho la mia fidanzata! Sposata! Due figli! Oh brigante! Diavolo brigante. Ora so chi sei, ora capisco. Ci ho messo del tempo!Non sono tre giorni, sono tre anni. Mi hanno preso per un fantasma. Io sono morto in mezzo ai viventi. Ah brigante! Diavolo brigante! Io l’ho ascoltato come una bestia. E' vero che ero molto stanco e avevo una gran fame,ma questo non spiega perché l'ho ascoltato. Perché si da credito a ciò che ci dice gente sconosciuta? Si dovrebbe risrondere:"Io non vi conosco" E invece io l’ho ascoltato(Attacca la musica "Pastorale")Avrei dovuto diffidare di lui,invece di ascoltarlo. Come una bestia l'ho seguito e gli ho dato il mio violino. Ah, disgraziato che sono. E adesso che faro? adesso che faro?(All'improvviso appare il diavolo vestito da mercante )
Ah brigante! Diavolo brigante (tira fuori la sciabola e si avventa contro il diavolo che resta fermo).
DIAVOLO
Cosa fai adesso?
SOLDATO
Ah brigante! Diavolo brigante.
DIAVOLO
Cerca di parlare con gentilezza. E poi, tranquillo,buono. Mi capisci. Cosa fai adesso ( il soldato abbassa la testa) Hai già dimenticato tutto? E quel libro così ben rilegato?
SOLDATO
E' con la mia roba, nel sacco,
DIAVOLO
Allora hai più del necessario.E poi sei soldato o cosa? Fa vedere a questi signori e signore... Attenti.Fermo li. E questa sciabola? Dalla a me. Togliti la sacca. Posala la. Così. Rimettiti in posizione...Attenti. ( Gli getta un berretto con la visiera ) Ti sta a pennello. Togliti il giubbino.Ti troverò una giacca.Rimettiti in posizione. Rimettiti in posizione. Attenti! Non è finita. Il libro dove lo hai messo? ( il soldato indica il sacco) Ah si, me l’hai già detto, vai a cercarlo (Il soldato comincia a frugare e tira fuori molti oggetti). No, solo il libro, lascia il resto. L’hai trovato? Adesso vieni qui... Ma non tenerlo così, il libro. Potresti perderlo.Tìenilo stretto sotto braccio (mette il libro sotto il braccio del soldato) Un libro che vale milioni. Milioni! Fai molta attenzione. (Toglie il violino dalla sua borsa) Questo è mio,quello è tuo a ciascuno il suo bene,come vedi.Musica come all’inizio.
( Il lettore chiude il siparietto sulle ultime note)

SCENA QUARTA
LETTORE
Si era messo a leggere il libro e come risultato ebbe soldi, ancora soldi, sempre soldi. Ha letto nel libro quanto ha potuto ed ha avuto tutto il denaro desiderato e con i soldi si è cavata ogni voglia. Dapprima fu commerciante.Rullo di tamburo( Apre il sipario e la scena mostre il negozio dei soldato )
SOLDATOSignore, signori, scegliete.. Tinte in nero, blu marino, blu pallido, blu pastello, blu cieio,grigio pallido, grigio argento, viola, nero talpa, bruno, stoffe fantasia, veli di Cina, raso duchessa giallo. Prezzi di prima della guerra.Rullo di tamburo
LETTORE
Fu mercante, mercante di oggetti. E poi non ebbe più bisogno di oggetti.
SOLDATO Più che un libro questo è un forziere, basta aprirlo e si tira fuori... si ha tutto ciò che si vuole. Permette di accaparrare tutte le cose della vita. Un giorno si deve morire e allora, presto, prima della morte, meglio accaparrarsi tutto. Lui non ha mentito,nonostante tutto, perchè alla fine c’è la morte. Una cosa, poi ancora una, e ancora una: io le cerco perché posso pagarle. Si paga e si ha tutto. Meglio accaparrarsi tutto. Tutto? (si ferma) Tutto? Niente.Tutto e poi niente.Tutto come niente. Cosa c’è, cosa c’è. Tutto e poi niente.Per quante cose si desiderino, in ogni attimo, è come se non esistessero,perchè dentro non hanno nulla. Cose false, cose vuote, cose morte:niente altro che una buccia. Ah le buone vecchie cose,le cose vere, quelle che non si hanno più, le sole che contino per tutti.L’orchestra attacca “Aria sulle rive di un ruscello”Quando stavo seduto tra l’erba e c’erano ancora le cose buone che faceva piacere sentire, vedere, toccare; quelle cose che ciascuno può avere, che non costano nulla.., che non occorre pagare. Ognuno dico... ma non io. Ah. Il sabato sera si vedeva la gente innaffiare i giardini; le bambine giocavano al girotondo. Si passava dietro un muro, veniva le fantesca?????????????????
Le sole di cui abbiamo bisogno.(Fine della musica)Loro sono poveri e hanno tutto. Io sono ricco e non ho nulla. Non voglio più fare questa vita. Satana basta! Questo è un'imbroglio. Ma come fare? Forse questo c'è nel libro.
LETTORE
L'ha aperto ancora una volta.
SOLDATO
Ehi libro, spiegami, rispondimi. Come fanno gli altri ad essere felici? Ehi libro, ehi libro; tu devi saperlo, sai insegnarmi qualche espediente per non avere più niente e subito?
LETTORE
Squilla il telefono
SOLDATO
Chi parla?
LETTORE
Signore, a proposito del vostro conto corrente…
SOLDATO
Più tardi
LETTORE
Squilla di nuovo il telefono.
SOLDATO
Più tardi ho detto. Ma ti libro capisci. Come fare, come fare per tornare ad essere quello di una volta?
Mi si invidia ed io sono morto, sono fuori dalla vita.
LETTORE(chiudendo il sipario) Lo invidiano come mai uomo è stato invidiato, lo invidiano e lui è morto, fuori dalla vita.

SCENA QUINTA
(Si riapre il sipario e si vede il soldato seduto alla scrivania mentre sfoglia il libro e si guarda intorno.Appare il diavolo vestito da vecchia)
DIAVOLO
Signore, posso entrare?
SOLDATO
Che volete?
DIAVOLO
Vi vorrei parlare.Permettete? Se non sbaglio l’avete fatto cadere (si riferisce al libro che è per terra)
SOLDATO
E allora?
DIAVOLO
Signore, ora mi spiego. Sul pianerottolo ho la mia borsa zeppa di rarità e curiosità.
SOLDATO
Grazie
DIAVOLO
Mio buon signore,per carità...
SOLDATO
Tenete (e allunga dei soldi alla vecchia)
DIAVOLO
Signore, ho la mia dignità. Non voglio niente che non abbia guadagnato. Ciascuno fa il svo mestiere, il suo piccolo mestiere. Le mia borsa è sul pianerottolo. Se andassi subito a prenderla (esce e torna con la sacca) Guardate signore,guardate! Anelli,collane,orologi,merletti. No? Dite pure senza riguardo.E’ vero che voi non siete sposato? Ciascuno fa il suo mestiere,il suo piccolo mestiere. Ecco una medaglia in finto oro (il soldato ha uno scatto) No. Sempre no.E uno specchio? No! Ho trovato un bel ritratto (altro scatto del soldato) Ah ecco quello che sembra interessarvi ( tira fuori il violino e lo mostra al pubblico) E allora un piccolo violino (Il soldato si alza )
SOLDATO
Quanto? quanto? vi dico...
DIAVOLO
Tra amici ci si intende facilmente. Prima ve lo lascio provare, poi converremo sul prezzo.(Il soldato si impossessa del violino.Prova a suonarlo ma resta muto. Il soldato si gira. Il diavolo è scomparso. Il soldato scaraventa con foza il violino dietro le quinte. Ritorna alla scrivania. Prende il libro e lo straccia in mille pezzi. Finisce la musica.)

SCENA SESTA
(A sipario chiuso musica: "La marcia del soldato")
LETTORE
Da Coccaglio a Brescia va
marcia ancora il militar
Sempre avanti se ne
ma la meta chi la sa?
Passa il rivo e il ponte ancor
dove va con tanto ardor?(Si conclude “ La marcia. del soldato” il lettore continua a parlare)
Non lo sa neppure lui. Capisce che deve andeare,ma non ci tiene affatto a conoscere la meta. Sa solo che ha sbagliato.Si è liberato delle ricchezze accumulate. Se ne è sbarazzato, senza far parola con nessuno ed è sparito. E' come all’inizio,ma con la differenza che non ha più nè il sacco nè gli oggetti che c’erano dentro.(Sempre a sipario chiuso riprende: "La marcia del soldato")
Da Coccaglio a Brescia va
marcia ancora il militar
ma la strada inversa fa
perchè patria più non ha.
Sempre avanti se ne va
ma la meta chi la sa.
Ed è arrivato in un’altra regione, in un nuovo villaggio(Il lettore apre il sipario. La scena mostra un’osteria d’un villaggio)
SOLDATO
Ecco un’osteria che invita a sostare. (Canzonetta popolare)
LETTORE
Entra,ordina un quartino,beve e intanto si mette a guardare; Scruta attraverso i vetri, nello spazio tra le tendine di mussolina bianca, scostate dai lacci rossi. Oh le tendine bianche, le graziose tendine bianche. Osserva le foglie che cadono… Ma che succede? (Alzarsi in piedi) Improvvisamente si fa gente in piazza. (Rullo di tamburo) Perchè rulla il tamburo ? Chi è il banditore? Battono il tamburo per la figlia del re, il re di quel piccolo regno, che malata.Non dorme, non mangia e non parla. E il sovrano fa dire cosi: "Che darà la mano dalla figlia a chi saprà guarirla dal male che la opprime. In quel momento si avvicina un tale e dice a Giuseppe: "Salve collega, salute anche se non ci conosciamo. Sono stato anch’io soldato. Per questo ti chiamo collega e vodendoti all’osteria mi sono detto: adesso vado a parlargli. Non ha l’aria molto contenta, è triste. Allora mi sono detto:per lui può essere una buona occasione. Dimmi dunque… La figlia del re… pensi che faccia per te? Perchè, vedi, io sono già sposato. Ma tu...tu hai la tua libertà. Tutto quello che ci vuobe per la figlia del re é un medico. Capisci! Tu non rischi niente. Ti presenti e dici: sono un medico soldato. Anche se non funziona vale il tentativo.(Il lettore conclude il discorso dando un pugno sul tavolo)
SOLDATO
Perchè no! (anche lui da un pugno sul tavolo) Perché no dopotutto. Arrivederci, collega, e grazio del bicchiere ( Il lettore chiude velocemente il sipario mentre il soldato si alza)

SCENA SETTIMA
( Il lettore rimane fuori dal sipario sempre chiuso )
LETTORE
Senza perdere un istante si alza esce e si incammina verso il palazzo. All’entrata del giardino del re le guardie lo fermano e gli chiedono dove sia. diretto.
SOLDATO
Dove vado? Io vado dal re.(L’orchestra attacca la "Marcia reale")
LETTORE
Risuona musica in tutto il palazzo. Salamelecchi e inchini per il soldato che cercherà di guarire la principessa. Poi il re lo ha ricevuto e gli ha chiesto se fosse un medico. E Giuseppe gli ha risposto.
SOLDATO
Si, sono un soldato medico.
LETTORE
Ne son venuti altri per niente, ha fatto notare il re.
SOLDATO
Ma io conosco un sistema infallibile,per guarire vostra figlia.
LETTORE
E il re: “Perfetto, la vedrete domattina”
Molto bene; il suo collega aveva ragione. In effetti perché non tentare.Guadagnarsi una bella donna è ben dolce per uno che non ne ha da un sacco di tempo

SCENA OTTAVA
(Il lettore apre il sipario.La scena rappresenta una camera del palazzo nell’oscurità. Il soldato è seduto vicino a un tavolo. Ha in mano un mazzo di carte. Fa un solitario )
SOLDATO
Cominciamo. Ora vediamo cosa dicono le carte.Andrà liscia? Sette di cuori, dieci di cuori. Nient’altro che cuori, solo carte vincenti. Il collega aveva ragione.Perchò non io? Per che non io ? Una donna per me, solo per me. E per di più la figlia di un re.(Il diavolo gli si avvicina con il violino appoggiato al cuore)
DIAVOLO
Sono arrivato prima di te. Hai avuto torto ad andare in collera. Eri ricco, considerato... Un colpo di testa il tuo, niente di tpiù. Amico sei finito. Via povero amico...Sette di cuori,regina di cuori. E’ la fortuna,pensavì, e ne eri convinto, malgrado tutto. O no? (mostra il vioino) Solo che sono io ad avere il mezzo(Il diavolo si gira intorno facendo giochi di prestigio con il violino)
SOLDATO
Quello che dice è vero. Sono in suo potere. E’ lui che ha lo strumento.Io non ho nulla non mi resta pìu niente.(Il lettore lascia la sua postazione e si avvicina al tavolino)
LETTORE
Coraggio! Vagli contro,nonostante tutto saltagli addosso e spezzagli le reni.
SOLDATO
Fosse un uomo lo farei: non posso nulla contro di lui.
LETTORE
Puoi,eccome se puoi. Ti dico che qualcosa puoi tentare
Lui ti controlla perchè hai ancora un po' del suo denaro.
Sbarazzati dei soldi e sei salvo. Gioca a carte con lui.
Vedrai che te li riprende.
SOLDATO
Vi chiedo se volete giocare. Ho denaro.
DIAVOLO
Come?
SOLDATO
Ho detto se volete giocare?
DIAVOLO
Come... caro amico... molto volentieri.
LETTORE
Lui vincerà, vuole senpre vincere.Tu perdi e lui é perduto.
SOLDATO (tira fuori i soldi) Oro, biglietti, scudi.
DIAVOLO (mette il violino sulle ginocchia.) Molto bene
SOLDATO
Quanto?
DIAVOLO
Mille lire al punto.
SOLDATO
Duemila lire al punto, non un soldo di meno
DIAVOLO
Se così vi piace. Ma, attenzione! (il soldato mescola le carte) Perduto il libro, perduto il violino.Restavano i soldi. Ora perderete,fino all’ultimo soldino.(Il diavolo vince la partita) Poi sarà la fine, voi non avrete più nulla. Più nulla se non la fame. Effe...a... emme... e. Tu andrai a piedi scalzi; andrai nudo.
LETTORE
Coraggio, cinquanta Euro!
SOLDATO
Io gioco cinquanta Euro.
DIAVOLO
Tu sei pazzo (E vince la partita)
LETTORE
250 Euro.
SOLDATO
250 Euro.!
DIAVOLO (Mette il violino sotto il braccio)Piano, signore, piano (Vince la quarta mano) Ho...vinto... ancora...
LETTORE
Tutti i tuoi soldi.
SOLDATO
Tutto cuello che ho (e si vuota le tasche)
DIAVOLO (Alzandosi) Asso di picche, asso di picche. E tu?
SOLDATO
Regina di cuori.
DIAVOLO
E'ancora un punto mio. (Il diavolo vacilla)
LETTORE
Vedi, vedi. Sta per cadere. Aspetta, alzati, dagli da bere. Questoi lo rimetterà.
Digli: "alla vostra salute"
SOLDATO ( Porgendo un bicchiere) Tenete, questo vi rimetterà.Vi ho detto di bere. Bevete. Io brindo alla vostra salite. (Riempie ancora il bicchiere) Ancora uno
DIAVOLO
Voi abusate.
LETTORE
Attenzione sta per crollare (Il diavolo ricade sulla sedia, poi cede e si riversa sul tavolo)
SOLDATO
Mi sento leggero (tende la mano verso il violino) Ora posso provare a prenderlo (Il diavolo fa un movimento)
LETTORE
Non ne ha ancora abbastanza.
SOLDATO (Versando a più riprese il bicchiere in bocca al diavolo) Ah, cosi... Allora tieni, allora bevi. ( Attende un attimo e vede che il diavolo non si muove più.)
LETTORE
riprendi il tuo bene.
Il lettore riotorna alla sua posizione. Il soldato si impadronisce del violino si avvicina al diavolo e attacca a suonare "Il piccolo concerto"
SOLDATO
Signorina, adesso si può dire
di sicuro voi state per guarire.
Verso di voi, subito io vengo
perchè un grande potere adesso io tengo.
Io sto per arrivare, io ho rischiato e la mia vita infine ho ritrovato
Io sto per arrivare, mi sento molto forte.
Adesso vi contende e vi strappa dalla morte
colui che è già scampato
dalle grinfie della morte.
(Sull’ultima nota del “Piccolo concerto” viene chiuso il sipario )

SCENA NONA
Il lettore apre il sipario e la scena rappresenta la stanza della principessa che appre distesa sul letto immobile. Il soldato entra con il suo violino e incomincia a suonare. Lei apre gli occhi, si gira verso il sondato, si siede sul letto. Il soldato suona tre brani: tango, Valse, Rag Time. Alla fine dei tre brani soldato e principessa si abbracciano. Da dietro le quinte si odono grida orribili. Il diavolo gira attorno al soldato e ora fa il gesto di chiedergli il violino, ora cerca di rubarlo mentre il soldato lo tiene lontano minacciandolo con l'archetto. La principessa si è rifugiata dietro il soldato e cerca di restare sempre nascosta. Il soldato ha una idea. Si mette ha suonare rabbiosamente "la danza del diavolo". Il diavolo ha contorsioni, barcolla fino a quando non cade a terra esausto. Il soldato prende allora la principessa per la mano. Si vede a1lora che lei non ha paura. Tirano il diavolo da una parte, poi tornano al centro della scena e restano abbracciati. Il lettore chiude il sipario lentamente mentre sull’abbraccio l’orchestra esegue tutto il “Piccolo Corale"

SCENA DECIMA
Mentre si sentono le Prime note de “La canzone del diavolo" il diavolo fa spuntare la testa dal sipario )
DIAVOLO
Per adesso è così:
ma il regno è tutto qui.
Chi il confine varcherà
in mio potere tornera
Non andate più lontano di come ho detto
perché madame dovrà tornare a letto.
Quanto al principe suo sposo
egli sappia son rabbioso.
All’inferno se ne andrà
e ancor vivo brucerà.
(Il diavolo ritira la testa dal sipario che rimane sempre chiuso
L’orchestra attacca il "Grande Corale")
LETTORE
Non si può aggiungere a quello che si ha quello che si aveva
Non si può essere nello stesso tempo
ciò che si è e ciò che si era...
Occorre saper scegliere:
no si ha il diritto di aver tutto, è proibito...
Una felicità è tutta la felicità...
Due è come se non esistessero.
(L’orchestra riprende la seconda frase del Grande Corale )
"Ho tutto, sono felice"pensa lui.
Ma un giorno lei gli dice:
"Non so ancora nulla di te, raccontami"
raccontami qualcosa di te
(L’orchestra riprende la terza frase del Grande Corale)
E il soldato: "In tempi lontani.
quando ero militare
lasciai mia madre laggiù al villaggio.
Chissà quanto tempo ho camminato...
e ho dimenticato la strada
(L’orchestra riprende la quarta frase del Grande Corale)
"Se ci andassimo, se ci andassimo" dice lei.
Tu sai bene che é proibito" - risponde.
E lei:” Torneremo presto e nessuno saprà nulla.
Anche tu ne hai un gran desiderio.
Perche non vuoi andare.
Sento cho ne hai piacere
e quanto, quanto, quanto
Lui, serio: "Non insistere"
Ma già pensa: "Può darsi che stavolta mia madre mi riconosca.
Verrà ad abitare con noi.
E allora avremo tutto."
E così Giuseppe e la principessa sono partiti.
Stanno per concludere il viaggio,
già si comincia a vedere il campanile
Lui, più svelto, e arrivato per primo al confine.
Lei,stanca è rimasta indietro.
Il soldato si gira, la chiama...

SCENA UNDICESIMA
Il lettore apre il sipario. La scena rappresenta il campanile del villaggio con la barriera del confine. Si vede il soldato che fa dei gesti. Arriva alla frontiera, supera il confine. Appare il diavolo che gli toglie di mano il violino e rapido attacca a suonare "Marcia trionfale del diavolo". Il soldato abbassa il capo e segue il diavolo molto lentamente, senza opporsi. Una voce lo chiama da dietro le quinte. Il soldato si ferma un attimo. Allora il diavolo gli fa un cenno. I due riprendono il cammino. Si sente dalle quinte la stessa voce che chiama il soldato. Non risponde. Mentre la musica finisce, lentamente si chiude il sipario.
FINE
PARTE PRIMA
Marcia del Soldato Musica della Prima Scena Marcia del Soldato
Musica della Seconda Scena Musica della Terza Scena
PARTE SECONDA
Marcia del Soldato Marcia reale Piccolo concerto Tre danze Danza del Diavolo Piccolo corale Couplet del Diavolo Gran corale Marcia trionfale del Diavolo

HISTOIRE DU SOLDAT
SCENA PRIMA
A sipario chiuso musica "La marcia del soldato"
LETTORE
Da Coccaglio a Brescia va
torna a casa un militar
la licenza ch’egli ha
dieci giorni durerà(apre il sipario lasciando così vedere l’orchestra e la scena: la riva di un ruscello)Lui perciò non sosta mai
E’ impaziente d’arrivar
Non si stanca di marciar.
SOLDATO
Non c’è che dire,è un bel posto. Ma che mestiere schifoso, il mio. ( apre il suo sacco) Sempre in strada, mai un soldo. E così i miei affari sono a terra... Ho perduto il mio San Giuseppe!
LETTORE
E’ una medaglia d’oro finto con sopra San Giuseppe, suo patrono.
SOLDATO
... No, tanto meglio.
LETTORE
Continua svogliato a frugare. Dal sacco escono carte, saltan fuori cartucce, prende
uno specchio.
SOLDATO
E’ intero, ci si può specchiare. Ma il ritratto dov’è?
LETTORE
E’ il ritratto di una sua amica. Glielo ha donato. Ecco, l’ha ritrovato. Va più in fondo. Esce un piccolo violino.
SOLDATO(Accorda il violino) Si vede che e roba a buon mercato, bisogna sempre accordarlo.( Il soldato si mette a suonare "Aria al bordo di un ruscello" Entra il diavolo. E' un vecchietto con una rete per farfalle. Si ferma. Il soldato non lo vede. Il diavolo s’avvicina al soldato. Finisce la musica )
DIAVOLO
Datemi il vostro violino!
SOLDATO
No.
DIAVOLO
Vendetemelo.
SOLDATO
No.
DIAVO LO( Posa la rete per farfalle e mostra un libro ) Datemelo in cambio di questo libroSOLDATO
Non so leggere.
DIAVOLO
Non c’è bisogno di saper leggere. E’ un libro... vi sto per dire... E’ un libro...un forziere. Basta aprirlo e si tirano fuori.., biglietti di banca, titoli, oro.
SOLDATO
Prima vorrei vederlo un momento.
DIAVOLO
Perfettamente d’accordo,ve lo consentò.
SOLDATO ( Prende il libro, si mette a leggere muovendo le labbra e seguendo le righe con la dito) A rate.., a vista. .corsi dei cambi.Non c’è modo di capirci proprio nulla, Io leggo, è vero, ma non ci capisco un’acca.
DIAVOLO
Andate avanti e sarà chiaro.
SOLDATO
E poi,signore, anche se questo libro vale tanti soldi, a me il violino è costato molto poco,
DIAVOLO
Ragione di più.
SOLDATO
Bene,allora. Affare fatto. (Porge il violino al diavolo e si rimette a legaere ) A rate…, a vista..., corso dei cambi. Borsa di venerdì 50! Che giorno é oggi.
LETTORE
E’ un mercoledì 28, guarda un po’! Sul libro c’è il futuro. E’ un libro che dice le cose prima del tempo.
DIAVOLO ( Invano ha cercato di cavar una nota) Dimmi, hai intenzione di venire a casa mia?
SOLDATO
A che fare!
DIAVOLO
A insegnarmi come funziona questo strumento.
SOLDATO
Ho solo dieci giorni di congedo.
DIAVOLO
Se é per questo ti presto la mia vettura.Andrai più veloce che a piedi
SOLDATO
E mia madre, che conta su di me?
DIAVOLO
Non é la prima volta.
SOLDATO
E la mia fidanzata,che aspetta il mio ritorno?
DIAVOLO
La rivedrai fra qualche giorno.
SOLDATO
Dove state di casa?
DIAVOLO Alloggiato, curato, nutrito, lavato, dissetato, la vettura per riaccompagnarti. Un piccolissimo ritardo di due o tre giorni, dopo di che, con il libro che hai, ricco per sempre.
SOLDATO
Cosa ci sarà da mangiare?
DIAVOLO
Carne, tre volte al giorno
SOLDATO
E da bere?
DIAVOLO
Vino di bottiglia
SOLDATO
Ci sarà da fumare?
DIAVOLO
Sigari, avvolti in carta dorata.
SOLDATO
Ebbene, come volete.(Il soldato ed il diavolo si allontanano, viene chiusa la scena).

SCENA SECONDA
LETTORE
Come volete, ha detto. Giuseppe seguì il vecchio a casa sua e nulla gli mancò di quello che gli era stato promesso. Giuseppe ebbe da bere e da mangiare e fu curato come non era mai stato. Insegnò al vecchio come si suona e lui imparò ad usare il libro. Due giorni di ritardo valevano bene il disturbo. Poi venne il mattino del terzo giorno, il vecchio va da Giuseppe e gli dice.
DIAVOLO
Hai dormito bene?
SOLDATO
Si.
DIAVOLO
Sei pronto?
SOLDATO
Si
DIAVOLO
Sei contento?
SOLDATO
Oh, si.
DIAVOLO
Andiamo allora.
LETTORE
Salgono sulla vettura. La vettura parte. Solo che Giuseppe s’è attaccato con le mani al sedile. Non sa che succede.
DIAVOLO
Tieniti stretto. Tieniti.Attento. I miei cavalli tirano avanti di buona lena.
LETTORE
Giuseppe,scontento, vorrebbe alzarsi,vorrebbe saltare,ma non ne ha modo. La vettura si è staccata da terra, è salita in aria, solca il cielo.
DIAVOLO
Sei contento? Sei sempre contento?
LETTORE
Scivola nell’aria, sopra i campi. Quanto tempo durò il viaggio? Chissà. Il tempo non esiste più. Alla fine è tutto come prima.

SCENA TERZA
(Musica Aria di marcia)LETTORE
Da Coccaglio a Brescia vatorna a casa un militar
La licenza è breve assai
lui perciò non sosta mai.(Apre il sipario. La scena rappresenta il campanile del villaggio)E' sfinito dal cammin
Non si ferma,sempre vaIl paese arppare già. (fine della marcia)
SOLDATO
Bene, ecco il paese. Siamo a casa. Buongiorno signora Maveri
LETTORE
Lei è nel suo giardino.
SOLDATO
Buon giorno, come va?LETTORE
Ma lei non sente
SOLDATO
Hei, Luigi
LETTORE
Ecco Luigi che passa nel prato. E’ un vecchio amico.
SOLDATO Hei, cosa c'è? Perché non rispondi. Hei, Luigi, non mi riconosci? Cosa! Sono Giuseppe…Giuseppe il soldato.
LETTORE
Ma l'altro continua la sua strada e anche il soldato continua la sua. Ecco la scuola, la campana,gli attrezzi,
SOLDATO
Sono Giuseppe,vi ricordate bene?
LETTORE
Ecco il forno e l’osteria e gente dappertutto, uomini, donne e bambini.
SOLDATO
Che c’è? Che c’è? Hanno paura di me? Voi vi ricordate bene il vostro Giuseppe ?
LETTORE
Ma una prima porta si è chiusa,un’altra pure e così le altre cigolano arrugginite.
SOLDATO
Per fortuna che c’è...
LETTORE
Pensa a sua madre... Ma lei lo ha visto arrivare e si è nascosta gridando.
SOLDATO
Ho la mia fidanzata! Sposata! Due figli! Oh brigante! Diavolo brigante. Ora so chi sei, ora capisco. Ci ho messo del tempo!Non sono tre giorni, sono tre anni. Mi hanno preso per un fantasma. Io sono morto in mezzo ai viventi. Ah brigante! Diavolo brigante! Io l’ho ascoltato come una bestia. E' vero che ero molto stanco e avevo una gran fame,ma questo non spiega perché l'ho ascoltato. Perché si da credito a ciò che ci dice gente sconosciuta? Si dovrebbe risrondere:"Io non vi conosco" E invece io l’ho ascoltato(Attacca la musica "Pastorale")Avrei dovuto diffidare di lui,invece di ascoltarlo. Come una bestia l'ho seguito e gli ho dato il mio violino. Ah, disgraziato che sono. E adesso che faro? adesso che faro?(All'improvviso appare il diavolo vestito da mercante )
Ah brigante! Diavolo brigante (tira fuori la sciabola e si avventa contro il diavolo che resta fermo).
DIAVOLO
Cosa fai adesso?
SOLDATO
Ah brigante! Diavolo brigante.
DIAVOLO
Cerca di parlare con gentilezza. E poi, tranquillo,buono. Mi capisci. Cosa fai adesso ( il soldato abbassa la testa) Hai già dimenticato tutto? E quel libro così ben rilegato?
SOLDATO
E' con la mia roba, nel sacco,
DIAVOLO
Allora hai più del necessario.E poi sei soldato o cosa? Fa vedere a questi signori e signore... Attenti.Fermo li. E questa sciabola? Dalla a me. Togliti la sacca. Posala la. Così. Rimettiti in posizione...Attenti. ( Gli getta un berretto con la visiera ) Ti sta a pennello. Togliti il giubbino.Ti troverò una giacca.Rimettiti in posizione. Rimettiti in posizione. Attenti! Non è finita. Il libro dove lo hai messo? ( il soldato indica il sacco) Ah si, me l’hai già detto, vai a cercarlo (Il soldato comincia a frugare e tira fuori molti oggetti). No, solo il libro, lascia il resto. L’hai trovato? Adesso vieni qui... Ma non tenerlo così, il libro. Potresti perderlo.Tìenilo stretto sotto braccio (mette il libro sotto il braccio del soldato) Un libro che vale milioni. Milioni! Fai molta attenzione. (Toglie il violino dalla sua borsa) Questo è mio,quello è tuo a ciascuno il suo bene,come vedi.Musica come all’inizio.
( Il lettore chiude il siparietto sulle ultime note)

SCENA QUARTA
LETTORE
Si era messo a leggere il libro e come risultato ebbe soldi, ancora soldi, sempre soldi. Ha letto nel libro quanto ha potuto ed ha avuto tutto il denaro desiderato e con i soldi si è cavata ogni voglia. Dapprima fu commerciante.Rullo di tamburo( Apre il sipario e la scena mostre il negozio dei soldato )
SOLDATOSignore, signori, scegliete.. Tinte in nero, blu marino, blu pallido, blu pastello, blu cieio,grigio pallido, grigio argento, viola, nero talpa, bruno, stoffe fantasia, veli di Cina, raso duchessa giallo. Prezzi di prima della guerra.Rullo di tamburo
LETTORE
Fu mercante, mercante di oggetti. E poi non ebbe più bisogno di oggetti.
SOLDATO Più che un libro questo è un forziere, basta aprirlo e si tira fuori... si ha tutto ciò che si vuole. Permette di accaparrare tutte le cose della vita. Un giorno si deve morire e allora, presto, prima della morte, meglio accaparrarsi tutto. Lui non ha mentito,nonostante tutto, perchè alla fine c’è la morte. Una cosa, poi ancora una, e ancora una: io le cerco perché posso pagarle. Si paga e si ha tutto. Meglio accaparrarsi tutto. Tutto? (si ferma) Tutto? Niente.Tutto e poi niente.Tutto come niente. Cosa c’è, cosa c’è. Tutto e poi niente.Per quante cose si desiderino, in ogni attimo, è come se non esistessero,perchè dentro non hanno nulla. Cose false, cose vuote, cose morte:niente altro che una buccia. Ah le buone vecchie cose,le cose vere, quelle che non si hanno più, le sole che contino per tutti.L’orchestra attacca “Aria sulle rive di un ruscello”Quando stavo seduto tra l’erba e c’erano ancora le cose buone che faceva piacere sentire, vedere, toccare; quelle cose che ciascuno può avere, che non costano nulla.., che non occorre pagare. Ognuno dico... ma non io. Ah. Il sabato sera si vedeva la gente innaffiare i giardini; le bambine giocavano al girotondo. Si passava dietro un muro, veniva le fantesca?????????????????
Le sole di cui abbiamo bisogno.(Fine della musica)Loro sono poveri e hanno tutto. Io sono ricco e non ho nulla. Non voglio più fare questa vita. Satana basta! Questo è un'imbroglio. Ma come fare? Forse questo c'è nel libro.
LETTORE
L'ha aperto ancora una volta.
SOLDATO
Ehi libro, spiegami, rispondimi. Come fanno gli altri ad essere felici? Ehi libro, ehi libro; tu devi saperlo, sai insegnarmi qualche espediente per non avere più niente e subito?
LETTORE
Squilla il telefono
SOLDATO
Chi parla?
LETTORE
Signore, a proposito del vostro conto corrente…
SOLDATO
Più tardi
LETTORE
Squilla di nuovo il telefono.
SOLDATO
Più tardi ho detto. Ma ti libro capisci. Come fare, come fare per tornare ad essere quello di una volta?
Mi si invidia ed io sono morto, sono fuori dalla vita.
LETTORE(chiudendo il sipario) Lo invidiano come mai uomo è stato invidiato, lo invidiano e lui è morto, fuori dalla vita.

SCENA QUINTA
(Si riapre il sipario e si vede il soldato seduto alla scrivania mentre sfoglia il libro e si guarda intorno.Appare il diavolo vestito da vecchia)
DIAVOLO
Signore, posso entrare?
SOLDATO
Che volete?
DIAVOLO
Vi vorrei parlare.Permettete? Se non sbaglio l’avete fatto cadere (si riferisce al libro che è per terra)
SOLDATO
E allora?
DIAVOLO
Signore, ora mi spiego. Sul pianerottolo ho la mia borsa zeppa di rarità e curiosità.
SOLDATO
Grazie
DIAVOLO
Mio buon signore,per carità...
SOLDATO
Tenete (e allunga dei soldi alla vecchia)
DIAVOLO
Signore, ho la mia dignità. Non voglio niente che non abbia guadagnato. Ciascuno fa il svo mestiere, il suo piccolo mestiere. Le mia borsa è sul pianerottolo. Se andassi subito a prenderla (esce e torna con la sacca) Guardate signore,guardate! Anelli,collane,orologi,merletti. No? Dite pure senza riguardo.E’ vero che voi non siete sposato? Ciascuno fa il suo mestiere,il suo piccolo mestiere. Ecco una medaglia in finto oro (il soldato ha uno scatto) No. Sempre no.E uno specchio? No! Ho trovato un bel ritratto (altro scatto del soldato) Ah ecco quello che sembra interessarvi ( tira fuori il violino e lo mostra al pubblico) E allora un piccolo violino (Il soldato si alza )
SOLDATO
Quanto? quanto? vi dico...
DIAVOLO
Tra amici ci si intende facilmente. Prima ve lo lascio provare, poi converremo sul prezzo.(Il soldato si impossessa del violino.Prova a suonarlo ma resta muto. Il soldato si gira. Il diavolo è scomparso. Il soldato scaraventa con foza il violino dietro le quinte. Ritorna alla scrivania. Prende il libro e lo straccia in mille pezzi. Finisce la musica.)

SCENA SESTA
(A sipario chiuso musica: "La marcia del soldato")
LETTORE
Da Coccaglio a Brescia va
marcia ancora il militar
Sempre avanti se ne
ma la meta chi la sa?
Passa il rivo e il ponte ancor
dove va con tanto ardor?(Si conclude “ La marcia. del soldato” il lettore continua a parlare)
Non lo sa neppure lui. Capisce che deve andeare,ma non ci tiene affatto a conoscere la meta. Sa solo che ha sbagliato.Si è liberato delle ricchezze accumulate. Se ne è sbarazzato, senza far parola con nessuno ed è sparito. E' come all’inizio,ma con la differenza che non ha più nè il sacco nè gli oggetti che c’erano dentro.(Sempre a sipario chiuso riprende: "La marcia del soldato")
Da Coccaglio a Brescia va
marcia ancora il militar
ma la strada inversa fa
perchè patria più non ha.
Sempre avanti se ne va
ma la meta chi la sa.
Ed è arrivato in un’altra regione, in un nuovo villaggio(Il lettore apre il sipario. La scena mostra un’osteria d’un villaggio)
SOLDATO
Ecco un’osteria che invita a sostare. (Canzonetta popolare)
LETTORE
Entra,ordina un quartino,beve e intanto si mette a guardare; Scruta attraverso i vetri, nello spazio tra le tendine di mussolina bianca, scostate dai lacci rossi. Oh le tendine bianche, le graziose tendine bianche. Osserva le foglie che cadono… Ma che succede? (Alzarsi in piedi) Improvvisamente si fa gente in piazza. (Rullo di tamburo) Perchè rulla il tamburo ? Chi è il banditore? Battono il tamburo per la figlia del re, il re di quel piccolo regno, che malata.Non dorme, non mangia e non parla. E il sovrano fa dire cosi: "Che darà la mano dalla figlia a chi saprà guarirla dal male che la opprime. In quel momento si avvicina un tale e dice a Giuseppe: "Salve collega, salute anche se non ci conosciamo. Sono stato anch’io soldato. Per questo ti chiamo collega e vodendoti all’osteria mi sono detto: adesso vado a parlargli. Non ha l’aria molto contenta, è triste. Allora mi sono detto:per lui può essere una buona occasione. Dimmi dunque… La figlia del re… pensi che faccia per te? Perchè, vedi, io sono già sposato. Ma tu...tu hai la tua libertà. Tutto quello che ci vuobe per la figlia del re é un medico. Capisci! Tu non rischi niente. Ti presenti e dici: sono un medico soldato. Anche se non funziona vale il tentativo.(Il lettore conclude il discorso dando un pugno sul tavolo)
SOLDATO
Perchè no! (anche lui da un pugno sul tavolo) Perché no dopotutto. Arrivederci, collega, e grazio del bicchiere ( Il lettore chiude velocemente il sipario mentre il soldato si alza)

SCENA SETTIMA
( Il lettore rimane fuori dal sipario sempre chiuso )
LETTORE
Senza perdere un istante si alza esce e si incammina verso il palazzo. All’entrata del giardino del re le guardie lo fermano e gli chiedono dove sia. diretto.
SOLDATO
Dove vado? Io vado dal re.(L’orchestra attacca la "Marcia reale")
LETTORE
Risuona musica in tutto il palazzo. Salamelecchi e inchini per il soldato che cercherà di guarire la principessa. Poi il re lo ha ricevuto e gli ha chiesto se fosse un medico. E Giuseppe gli ha risposto.
SOLDATO
Si, sono un soldato medico.
LETTORE
Ne son venuti altri per niente, ha fatto notare il re.
SOLDATO
Ma io conosco un sistema infallibile,per guarire vostra figlia.
LETTORE
E il re: “Perfetto, la vedrete domattina”
Molto bene; il suo collega aveva ragione. In effetti perché non tentare.Guadagnarsi una bella donna è ben dolce per uno che non ne ha da un sacco di tempo

SCENA OTTAVA
(Il lettore apre il sipario.La scena rappresenta una camera del palazzo nell’oscurità. Il soldato è seduto vicino a un tavolo. Ha in mano un mazzo di carte. Fa un solitario )
SOLDATO
Cominciamo. Ora vediamo cosa dicono le carte.Andrà liscia? Sette di cuori, dieci di cuori. Nient’altro che cuori, solo carte vincenti. Il collega aveva ragione.Perchò non io? Per che non io ? Una donna per me, solo per me. E per di più la figlia di un re.(Il diavolo gli si avvicina con il violino appoggiato al cuore)
DIAVOLO
Sono arrivato prima di te. Hai avuto torto ad andare in collera. Eri ricco, considerato... Un colpo di testa il tuo, niente di tpiù. Amico sei finito. Via povero amico...Sette di cuori,regina di cuori. E’ la fortuna,pensavì, e ne eri convinto, malgrado tutto. O no? (mostra il vioino) Solo che sono io ad avere il mezzo(Il diavolo si gira intorno facendo giochi di prestigio con il violino)
SOLDATO
Quello che dice è vero. Sono in suo potere. E’ lui che ha lo strumento.Io non ho nulla non mi resta pìu niente.(Il lettore lascia la sua postazione e si avvicina al tavolino)
LETTORE
Coraggio! Vagli contro,nonostante tutto saltagli addosso e spezzagli le reni.
SOLDATO
Fosse un uomo lo farei: non posso nulla contro di lui.
LETTORE
Puoi,eccome se puoi. Ti dico che qualcosa puoi tentare
Lui ti controlla perchè hai ancora un po' del suo denaro.
Sbarazzati dei soldi e sei salvo. Gioca a carte con lui.
Vedrai che te li riprende.
SOLDATO
Vi chiedo se volete giocare. Ho denaro.
DIAVOLO
Come?
SOLDATO
Ho detto se volete giocare?
DIAVOLO
Come... caro amico... molto volentieri.
LETTORE
Lui vincerà, vuole senpre vincere.Tu perdi e lui é perduto.
SOLDATO (tira fuori i soldi) Oro, biglietti, scudi.
DIAVOLO (mette il violino sulle ginocchia.) Molto bene
SOLDATO
Quanto?
DIAVOLO
Mille lire al punto.
SOLDATO
Duemila lire al punto, non un soldo di meno
DIAVOLO
Se così vi piace. Ma, attenzione! (il soldato mescola le carte) Perduto il libro, perduto il violino.Restavano i soldi. Ora perderete,fino all’ultimo soldino.(Il diavolo vince la partita) Poi sarà la fine, voi non avrete più nulla. Più nulla se non la fame. Effe...a... emme... e. Tu andrai a piedi scalzi; andrai nudo.
LETTORE
Coraggio, cinquanta Euro!
SOLDATO
Io gioco cinquanta Euro.
DIAVOLO
Tu sei pazzo (E vince la partita)
LETTORE
250 Euro.
SOLDATO
250 Euro.!
DIAVOLO (Mette il violino sotto il braccio)Piano, signore, piano (Vince la quarta mano) Ho...vinto... ancora...
LETTORE
Tutti i tuoi soldi.
SOLDATO
Tutto cuello che ho (e si vuota le tasche)
DIAVOLO (Alzandosi) Asso di picche, asso di picche. E tu?
SOLDATO
Regina di cuori.
DIAVOLO
E'ancora un punto mio. (Il diavolo vacilla)
LETTORE
Vedi, vedi. Sta per cadere. Aspetta, alzati, dagli da bere. Questoi lo rimetterà.
Digli: "alla vostra salute"
SOLDATO ( Porgendo un bicchiere) Tenete, questo vi rimetterà.Vi ho detto di bere. Bevete. Io brindo alla vostra salite. (Riempie ancora il bicchiere) Ancora uno
DIAVOLO
Voi abusate.
LETTORE
Attenzione sta per crollare (Il diavolo ricade sulla sedia, poi cede e si riversa sul tavolo)
SOLDATO
Mi sento leggero (tende la mano verso il violino) Ora posso provare a prenderlo (Il diavolo fa un movimento)
LETTORE
Non ne ha ancora abbastanza.
SOLDATO (Versando a più riprese il bicchiere in bocca al diavolo) Ah, cosi... Allora tieni, allora bevi. ( Attende un attimo e vede che il diavolo non si muove più.)
LETTORE
riprendi il tuo bene.
Il lettore riotorna alla sua posizione. Il soldato si impadronisce del violino si avvicina al diavolo e attacca a suonare "Il piccolo concerto"
SOLDATO
Signorina, adesso si può dire
di sicuro voi state per guarire.
Verso di voi, subito io vengo
perchè un grande potere adesso io tengo.
Io sto per arrivare, io ho rischiato e la mia vita infine ho ritrovato
Io sto per arrivare, mi sento molto forte.
Adesso vi contende e vi strappa dalla morte
colui che è già scampato
dalle grinfie della morte.
(Sull’ultima nota del “Piccolo concerto” viene chiuso il sipario )

SCENA NONA
Il lettore apre il sipario e la scena rappresenta la stanza della principessa che appre distesa sul letto immobile. Il soldato entra con il suo violino e incomincia a suonare. Lei apre gli occhi, si gira verso il sondato, si siede sul letto. Il soldato suona tre brani: tango, Valse, Rag Time. Alla fine dei tre brani soldato e principessa si abbracciano. Da dietro le quinte si odono grida orribili. Il diavolo gira attorno al soldato e ora fa il gesto di chiedergli il violino, ora cerca di rubarlo mentre il soldato lo tiene lontano minacciandolo con l'archetto. La principessa si è rifugiata dietro il soldato e cerca di restare sempre nascosta. Il soldato ha una idea. Si mette ha suonare rabbiosamente "la danza del diavolo". Il diavolo ha contorsioni, barcolla fino a quando non cade a terra esausto. Il soldato prende allora la principessa per la mano. Si vede a1lora che lei non ha paura. Tirano il diavolo da una parte, poi tornano al centro della scena e restano abbracciati. Il lettore chiude il sipario lentamente mentre sull’abbraccio l’orchestra esegue tutto il “Piccolo Corale"

SCENA DECIMA
Mentre si sentono le Prime note de “La canzone del diavolo" il diavolo fa spuntare la testa dal sipario )
DIAVOLO
Per adesso è così:
ma il regno è tutto qui.
Chi il confine varcherà
in mio potere tornera
Non andate più lontano di come ho detto
perché madame dovrà tornare a letto.
Quanto al principe suo sposo
egli sappia son rabbioso.
All’inferno se ne andrà
e ancor vivo brucerà.
(Il diavolo ritira la testa dal sipario che rimane sempre chiuso
L’orchestra attacca il "Grande Corale")
LETTORE
Non si può aggiungere a quello che si ha quello che si aveva
Non si può essere nello stesso tempo
ciò che si è e ciò che si era...
Occorre saper scegliere:
no si ha il diritto di aver tutto, è proibito...
Una felicità è tutta la felicità...
Due è come se non esistessero.
(L’orchestra riprende la seconda frase del Grande Corale )
"Ho tutto, sono felice"pensa lui.
Ma un giorno lei gli dice:
"Non so ancora nulla di te, raccontami"
raccontami qualcosa di te
(L’orchestra riprende la terza frase del Grande Corale)
E il soldato: "In tempi lontani.
quando ero militare
lasciai mia madre laggiù al villaggio.
Chissà quanto tempo ho camminato...
e ho dimenticato la strada
(L’orchestra riprende la quarta frase del Grande Corale)
"Se ci andassimo, se ci andassimo" dice lei.
Tu sai bene che é proibito" - risponde.
E lei:” Torneremo presto e nessuno saprà nulla.
Anche tu ne hai un gran desiderio.
Perche non vuoi andare.
Sento cho ne hai piacere
e quanto, quanto, quanto
Lui, serio: "Non insistere"
Ma già pensa: "Può darsi che stavolta mia madre mi riconosca.
Verrà ad abitare con noi.
E allora avremo tutto."
E così Giuseppe e la principessa sono partiti.
Stanno per concludere il viaggio,
già si comincia a vedere il campanile
Lui, più svelto, e arrivato per primo al confine.
Lei,stanca è rimasta indietro.
Il soldato si gira, la chiama...

SCENA UNDICESIMA
Il lettore apre il sipario. La scena rappresenta il campanile del villaggio con la barriera del confine. Si vede il soldato che fa dei gesti. Arriva alla frontiera, supera il confine. Appare il diavolo che gli toglie di mano il violino e rapido attacca a suonare "Marcia trionfale del diavolo". Il soldato abbassa il capo e segue il diavolo molto lentamente, senza opporsi. Una voce lo chiama da dietro le quinte. Il soldato si ferma un attimo. Allora il diavolo gli fa un cenno. I due riprendono il cammino. Si sente dalle quinte la stessa voce che chiama il soldato. Non risponde. Mentre la musica finisce, lentamente si chiude il sipario.
FINE
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